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di Gaetano De Santis -
E ora? Sarebbe stato facile, quasi scontato, scrivere e polemizzare nel giorno del nostro 125esimo anniversario, ma non avrebbe aggiunto nulla se non ulteriore fuoco ad un braciere incandescente. Sì, inutile negarlo o addolcirlo, la tifoseria milanista si divide in adirati e disillusi. Una stagione così travagliata e altalenante non era preventivabile, forse altalenante sì ad essere onesti intellettualmente. Una cosa però sono i risultati che latitano, un'altra sono le dispute in squadra e le contestazioni della tifoseria che ne scaturiscono. Il tifoso milanista resiste a tutto, ma non accetta la poca chiarezza, non riesce a rassegnarsi ad un contesto di mediocrità. Nessuno in società, nello staff tecnico o tra i calciatori avalla una simile condizione, tuttavia malauguratamente ci troviamo in questo maledetto limbo. Non riusciamo ad uscirne, quando sembra che la stagione stia volgendo verso l'alto, ecco che uno scivolone è pronto a prenderci di sorpresa.
La strada fino a fine stagione è tortuosa, infida e piena di curve pericolose
Il nostro condottiero - Fonseca -sembra aver perso la pazienza, il nostro totem - Ibrahimovic - sembra meno super di quello che era in campo e non abbiamo neanche più una bandiera - Maldini - a cui appigliarci nei momenti di difficoltà. Così descritta è veramente dura attualmente la vita del tifoso milanista. Eppure nella nostra ultracentenaria storia, siamo stati capaci di rinascere dalle nostre stesse ceneri come nella mitologia solo l'Araba Fenice è stata capace di fare.
Abbiamo vinto in Italia, in Europa e nel Mondo dopo essere stati in Serie B, possiamo sicuramente tornare a gioire dopo un periodo non indimenticabile come questo. D'altronde nella vita ogni fine è solo un nuovo inizio. Buon 125esimo anniversario più uno caro vecchio Milan.
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