Nell'era digitale, tra Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat e Tik Tok, tutti appaiono. Tutti, proprio tutti, Tranne lui, sempre discreto e sempre in silenzio: Giuseppe, Beppe, Favalli.
NELLA STORIA DELLA SFIDA
Beppe Favalli, l’ex cremonese che fece arrabbiare Roberto Mancini passando al Milan…

Ha solo Instagram, ma Favalli lo usa con moderazione
—Favalli è sempre stato così. Silenzioso leader, quasi timido. Beppe Favalli da Orzinuovi, piccolo comune di 12.000 abitanti della provincia di Brescia, in cui sono nati anche Sergio Volpi e Cesare Prandelli, 35 km da Cremona, dalla Cremonese. Solo due presenze, ma Favalli ha parte di quella Cremonese che nel 1989 conquista la massima serie.
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Poi Favalli a 20 anni, dopo 103 presenze in Prima squadra grigiorossa, arriva la chiamata della Lazio, per 5 miliardi di lire. Favalli non perderà più il posto a Roma in quel decennio, uno dei primi pilastri di una società cragnottiana che conquista lo Scudetto del 2000 con Nedved, Veron, Salas, Simeone, Mancini, Nesta, Marchegiani.
All'Inter lo chiama Mancini, con cui aveva vinto alla Lazio
—Ma all'Inter non è mai stato prima scelta, mai titolarissimo. Milano gli piace e nel 2006, col contratto in scadenza, passa al Milan. Quandolo viene a sapere, Mancini, tecnico interista, gli "mette il muso". Alla sua prima annata con il Milan vince la Champions League, giocando quattro incontri, di cui la finalissima: pochi secondi nel finale del finale di gara ateniese contro il Liverpool, Alla fine, Favalli da Orzinuovi chiuderà con 16 trofei 16 la sua carriera. Il grande rammarico della carriera rimane la Nazionale azzurra.
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