Le parole di Kyle...

Walker: “Giocare per il Milan? Non credo si possa rifiutare”

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Una puntata, quella de "The Kyle Walker Podcast", decisamente a tinte rossonere per Kyle Walker. Ma con uno sguardo anche al futuro. Ecco le sue parole...
Roberto Scerra Redattore 

Kyle Walker, in nuova puntata de "The Kyle Walker Podcast", torna sul suo trasferimento al Milan nella finestra di mercato di gennaio. Una scelta che testimonia la grandissima voglia che, il terzino destro inglese, ha di mettersi in gioco, nonostante i molteplici successi ottenuti con il Manchester City nelle ultime stagioni.

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Le parole di Walker

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Sull'addio al Manchester City.

Walker: "Ho detto al team manager che volevo salutare i ragazzi in mensa prima di andarmene quando ho saputo che l'affare era concluso. Lui ha mandato un messaggio a tutti, c'erano 150 persone e ho dovuto dire arrivederci, il che è stato un po' snervante e anche triste. Ho parlato e salutato tutti, dagli addetti alle pulizie, ai cuochi, fino ai fisioterapisti. C'era anche la signora Emma che sta dietro al bancone e ti serve da mangiare e da bere. Quando la guardavo volevo piangere perché era come se ogni giorno ti dicessi "Buongiorno" e ti avessi abbracciato, e all'improvviso ora non ti avrei più visto. E sul momento non ci pensi, ma poi quando vieni per dire addio, è difficile."

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Sul trasferimento in Italia.

Walker: "Nel calcio, quando capitano certe opportunità, bisogna coglierle. E per me vivere un campionato diverso, vivere una cultura diversa, giocare per un club come il Milan, non credo si possa rifiutare. E quando sai che un club come il Milan ti vuole, tu vuoi andarci e vuoi affrontare una nuova sfida. Penso che ci siano certi club al mondo a cui non puoi dire di no. Per me era arrivato il momento giusto di andare via. E il Milan era il club giusto. Ho pensato che dovevo provare qualcosa di diverso perché non voglio avere rimpianti a fine carriera. Potevo esplorare qualcosa di diverso e venire in un club come questo. Penso che sia stata la scelta giusta per me."

Sul trasferimento al Milan.

Walker: "Rito di iniziazione? Ho dovuto cantare una canzone di Amy Winehouse. Ero un po' nervoso. Mike Maignan, voleva chiedermelo, ma non voleva davvero farlo. Gli ho detto: "Lo faccio Mike, no problem." Sono salito sulla sedia, tutti ballavano, anche il mister."

Sempre sul trasferimento al Milan.

Walker: "Entrare nello spogliatoio del Milan è stato diverso, entri e sai che le persone guarderanno ciò che fai, cercheranno di emulare la mia routine, se vado in palestra, se faccio le cose giuste nel modo giusto. Devi essere un esempio. Ho vinto un po' di cose al City, ora si tratta di trasmettere la mia esperienza. La qualità che abbiamo al Milan è incredibile. Sappiamo tutti che non è stata una grande stagione finora, ma possiamo finirla bene. Con la qualità che abbiamo, dobbiamo assicurarci che qualsiasi cosa succeda, la prossima stagione saremo pronti a vincere."

Su Ibrahimovic.

Walker: "Ho giocato contro di lui e l'ho già visto in precedenza, ma ha un'aura, specialmente a Milano e dove ho firmato puoi sentire la sua aura. E' ancora come un giocatore, ma ha un altro ruolo ora. La sua aura è incredibile. Ciò che ha fatto per questo club, per questa città, per il calcio: merita tutto ciò che ha ottenuto. L'unico con cui posso accostarlo è Rooney, ma è diverso perché lo conosco personalmente e lo conosco come Wayne. Zlatan è molto serio, ha un ruolo diverso e ha una personalità diversa da Wayne."

Quale sarà il tuo futuro?

Walker: "Dopo che ho detto addio, Guardiola si è alzato e ha pronunciato un discorso davvero carino, ringraziandomi per tutto. Ma non è finita. Sono al Milan in prestito e devo tenere in considerazione il fatto che potrei tornare al City. Ovviamente le parti devono raggiungere un accordo alla fine della stagione, il capitolo non è completamente chiuso, ma vedremo cosa succede."

Il prossimo obiettivo con l'Inghilterra?

Walker: "E' stato un grande sollievo quando Thomas Tuchel mi ha chiamato. Ho parlato con lui anche del passaggio al Milan e gli ho detto che volessi restare in Europa per continuare a rappresentare il mio Paese e arrivare alle cento presenze. Voglio solo poter dire di aver rappresentato il mio Paese 100 volte."