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Il tentativo di cacciare da San Siro i rivali, i propositi di vendetta del leader che non voleva spartire nulla con nessuno. Ecco il movente, almeno secondo l'accusa, del tentato omicidio del cinquantunenne Enzo Anghinelli, aggredito a colpi di pistola la mattina del 12 aprile 2019 da due uomini in scooter.
Un agguato che ha reso per sempre invalida la vittima
Ieri gli investigatori della Squadra mobile hanno fermato uno dei presunti esecutori materiali, portando in cella il 50enne Daniele Cataldo, da sempre ritenuto il braccio destro del capo della Sud Luca Lucci, a sua volta indagato in concorso.
Le indagini hanno ricostruito la scalata al potere lanciata nel 2018 da Domenico Vottari, con i suoi legami con "famiglie di 'ndrangheta degli Staccu di San Luca e dei Barbaro-Papalia di Platì", per inserirsi nell'indotto nero di San Siro. Un gruppo che ha provato ad approfittare dell'arresto del 'Toro" Lucci per farsi strada, avvicinandosi all'altro leader Giancarlo Sandokan Lombardi. Ma la reazione di Lucci non si è fatta attendere, è bastato che uscisse di galera. Da lì sarebbero scattate le aggressioni di "avvertimento". I familiari di Anghinelli ne hanno citate tre
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