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Santiago in copertina sulla rivista messicana: un ritratto intimo e potente

Gimenez si racconta a Esquire Mexico: “Con Dio tutto è possibile”

Davide Capano
Davide Capano Redattore 
Il Bebote parla del suo rapporto con la fede, della sua crescita personale, della sua vita a Milano, delle sfide superate - come la trombosi a 17 anni - e della sua visione sul ruolo sociale dei calciatori di oggi.
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Santiago Gimenez, tra fede e resilienza: “Sono nato di nuovo”

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SantiagoGimenez non è solo un attaccante dal fiuto del gol (checché in molti ne dicano), ma anche un uomo che ha attraversato esperienze trasformative. Nell'intervista esclusiva a Esquire Mexico, racconta:

“Da quando ho imparato quella lezione, quel momento decisivo della mia vita di cui parli (la trombosi a 17 anni, ndr), la mia vita è cambiata completamente. Da quel momento sono una persona nuova. L'ho sempre detto: sono nato di nuovo. Da quel momento ho trovato Dio, ho apprezzato ciò che avevo nella vita; sapevo dove puntare. In quel momento ho capito cosa era veramente importante per me e mi sono concentrato su quello. In questo caso, Dio, la famiglia, il calcio e me stesso come persona; amare me stesso. Credo che quel momento decisivo mi abbia aiutato molto a chiarirmi le idee e ad andare di pari passo con Dio; è stato l'unico a darmi delle risposte e da quel momento mi sono sentito in sintonia con Lui e questo ha cambiato la mia vita. Sono una persona nuova.”

Il Bebote sulla routine europea e il valore del riposo: “Alimentazione e sonno sono tutto”

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Il Bebote, che campeggia in copertina sul numero di ottobre della rivista messicana, rivela come l’arrivo in Europa abbia trasformato le sue abitudini quotidiane, dentro e fuori dal campo:

“Sono stati piccoli dettagli; credo che la cosa più importante sia prendersi cura del proprio corpo. Sai che ti alleni duramente ogni giorno, sai che sei molto esposto a infortuni, affaticamento, stanchezza; quindi ci sono molte strategie e modi per recuperare, che credo di aver adottato qui in Europa, dove sono molto utilizzati. La cosa più fondamentale è l'alimentazione, credo che sia essenziale e credo che sia un'abitudine che ho sviluppato; mettere insieme un team di nutrizionisti e chef che lavorano insieme è stato molto importante per la mia carriera. L'altra cosa è riposare bene, dormire bene. Per questo uso gli occhiali, a volte uso anche delle strisce nasali per riposare, tutte quelle cose che ti fanno dormire bene; credo che queste due cose siano le più importanti.”

“Cammino mano nella mano con Dio”: spiritualità e motivazione quotidiana

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Lontano dagli stereotipi del calciatore superficiale, Santi rivendica un approccio spirituale e profondo alla vita:

“Beh, guarda, il mio modo è vivere il mio scopo giorno per giorno. Ho le idee molto chiare sul mio scopo: andare mano nella mano con Dio, essere un esempio del fatto che con Dio tutto è possibile. Voglio anche vedere fino a dove posso arrivare; mi piace mettermi alla prova, mi piace esigere il massimo da me stesso per vedere cosa ne sarà di me in questa vita; sempre con degli obiettivi. Credo che la mia felicità stia lì, nel quotidiano. Non baso la mia felicità sul raggiungimento di un obiettivo specifico, tutt'altro; cerco di vivere felice giorno per giorno, godermi i piccoli dettagli, camminare mano nella mano con Dio, aiutare le persone, realizzare i miei propositi. Dal punto di vista sportivo, amo quello che faccio, sto facendo ciò che più mi piace fare in questa vita, ovvero giocare a calcio, e il mio modo di farlo è dare il massimo, perché so che Dio mi ha messo qui per qualcosa e quindi do tutto me stesso, per vedere fino a dove posso arrivare.”

L’adattamento in Europa di Santi: “Con mia moglie ho trovato l’equilibrio”

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Nonostante le sfide del trasferimento, l’attaccante numero 7 del Milan si è ambientato bene in Olanda prima, e a Milano oggi:

“La verità è che mi sono trovato piuttosto bene. Insieme a mia moglie, credo che ci siamo adattati bene, ci capiamo molto, siamo molto felici l'uno accanto all'altra e questo mi ha aiutato molto. Non sono mai solo, la mia famiglia mi sta sempre vicina; i miei genitori, le mie sorelle, mia moglie, mia cognata, mio suocero; tutti viaggiano molto, vengono a trovarmi. Credo che questo sia stato fondamentale per il mio adattamento: averli vicini e stare in contatto con loro. Mi sento anche a mio agio quando sono solo, quando ho i miei spazi; quindi credo di aver trovato un equilibrio che mi fa bene e che rende l'adattamento più veloce. Alla fine, se giochi a calcio sarai felice, ma c'è anche una vita al di fuori del calcio ed è quella che devi gestire al meglio.”

Gimenez sulla nuova generazione di calciatori: “Non siamo solo calciatori”

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Sul ruolo dei social media e delle responsabilità dei nuovi modelli sportivi, Santi è chiaro:

“Ognuno ha le proprie idee e i propri principi, e non vorrei parlare per gli altri, ma d'altra parte la realtà è questa: oggi siamo pieni di social network, con un clic puoi vedere quello che vuoi e anche una persona anonima può commentare quello che vuole. Quindi, in questa generazione di calciatori ci sono pro e contro, e sì, può darsi che oggi il calciatore non sia più solo un calciatore. Prendiamo il mio caso: so di poter essere un grande esempio per molti bambini che mi guardano attraverso uno schermo, attraverso i social network, e questo fa sì che uno dei miei obiettivi nella vita non sia solo giocare a calcio, ma anche essere un esempio del fatto che con Dio tutto è possibile; ispirare i bambini a seguire i propri sogni, essere un modello positivo affinché questi bambini, che sono la prossima generazione, ascoltino e vedano ciò che fai. Alla fine, mi piace aiutare, mi piace molto aiutare il prossimo; amo molto i bambini, mi piace molto che i bambini cerchino di vedere le mie cose positive e che non seguano le cose negative che ho, perché alla fine nessuno è perfetto, ma se uno è come è, le cose vanno bene.”

(Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)

Verso i Mondiali 2026: “Una delle esperienze più belle della mia vita”

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Con la Nazionale messicana e il Milan nel cuore, Gimenez guarda con entusiasmo al futuro:

“Credo che possa essere una delle esperienze più belle che avrò in tutta la mia vita.”

Lontano dai cliché, Santiago Gimenez si mostra nella sua interezza: atleta, credente, uomo, marito, migrante. Un giocatore che vuole lasciare il segno non solo nel Milan, ma anche nel cuore di una nuova generazione di tifosi e tifose. E che, come dice lui stesso, cammina mano nella mano con Dio, dentro e fuori dal campo.