Santiago in copertina sulla rivista messicana: un ritratto intimo e potente
Gimenez si racconta a Esquire Mexico: “Con Dio tutto è possibile”
CAIRATE, ITALY - OCTOBER 16: Santiago Gimenez of AC Milan in action during AC Milan training session at Milanello on October 16, 2025 in Cairate, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
Il Bebote parla del suo rapporto con la fede, della sua crescita personale, della sua vita a Milano, delle sfide superate - come la trombosi a 17 anni - e della sua visione sul ruolo sociale dei calciatori di oggi.
Santiago Gimenez, tra fede e resilienza: “Sono nato di nuovo”
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SantiagoGimenez non è solo un attaccante dal fiuto del gol (checché in molti ne dicano), ma anche un uomo che ha attraversato esperienze trasformative. Nell'intervista esclusiva a Esquire Mexico, racconta:
“Da quando ho imparato quella lezione, quel momento decisivo della mia vita di cui parli (la trombosi a 17 anni, ndr), la mia vita è cambiata completamente. Da quel momento sono una persona nuova. L'ho sempre detto: sono nato di nuovo. Da quel momento ho trovato Dio, ho apprezzato ciò che avevo nella vita; sapevo dove puntare. In quel momento ho capito cosa era veramente importante per me e mi sono concentrato su quello. In questo caso, Dio, la famiglia, il calcio e me stesso come persona; amare me stesso. Credo che quel momento decisivo mi abbia aiutato molto a chiarirmi le idee e ad andare di pari passo con Dio; è stato l'unico a darmi delle risposte e da quel momento mi sono sentito in sintonia con Lui e questo ha cambiato la mia vita. Sono una persona nuova.”
Il Bebote sulla routine europea e il valore del riposo: “Alimentazione e sonno sono tutto”
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Il Bebote, che campeggia in copertina sul numero di ottobre della rivista messicana, rivela come l’arrivo in Europa abbia trasformato le sue abitudini quotidiane, dentro e fuori dal campo:
“Sono stati piccoli dettagli; credo che la cosa più importante sia prendersi cura del proprio corpo. Sai che ti alleni duramente ogni giorno, sai che sei molto esposto a infortuni, affaticamento, stanchezza; quindi ci sono molte strategie e modi per recuperare, che credo di aver adottato qui in Europa, dove sono molto utilizzati. La cosa più fondamentale è l'alimentazione, credo che sia essenziale e credo che sia un'abitudine che ho sviluppato; mettere insieme un team di nutrizionisti e chef che lavorano insieme è stato molto importante per la mia carriera. L'altra cosa è riposare bene, dormire bene. Per questo uso gli occhiali, a volte uso anche delle strisce nasali per riposare, tutte quelle cose che ti fanno dormire bene; credo che queste due cose siano le più importanti.”
“Cammino mano nella mano con Dio”: spiritualità e motivazione quotidiana
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Lontano dagli stereotipi del calciatore superficiale, Santi rivendica un approccio spirituale e profondo alla vita:
“Beh, guarda, il mio modo è vivere il mio scopo giorno per giorno. Ho le idee molto chiare sul mio scopo: andare mano nella mano con Dio, essere un esempio del fatto che con Dio tutto è possibile. Voglio anche vedere fino a dove posso arrivare; mi piace mettermi alla prova, mi piace esigere il massimo da me stesso per vedere cosa ne sarà di me in questa vita; sempre con degli obiettivi. Credo che la mia felicità stia lì, nel quotidiano. Non baso la mia felicità sul raggiungimento di un obiettivo specifico, tutt'altro; cerco di vivere felice giorno per giorno, godermi i piccoli dettagli, camminare mano nella mano con Dio, aiutare le persone, realizzare i miei propositi. Dal punto di vista sportivo, amo quello che faccio, sto facendo ciò che più mi piace fare in questa vita, ovvero giocare a calcio, e il mio modo di farlo è dare il massimo, perché so che Dio mi ha messo qui per qualcosa e quindi do tutto me stesso, per vedere fino a dove posso arrivare.”
L’adattamento in Europa di Santi: “Con mia moglie ho trovato l’equilibrio”
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Nonostante le sfide del trasferimento, l’attaccante numero 7 del Milan si è ambientato bene in Olanda prima, e a Milano oggi:
“La verità è che mi sono trovato piuttosto bene. Insieme a mia moglie, credo che ci siamo adattati bene, ci capiamo molto, siamo molto felici l'uno accanto all'altra e questo mi ha aiutato molto. Non sono mai solo, la mia famiglia mi sta sempre vicina; i miei genitori, le mie sorelle, mia moglie, mia cognata, mio suocero; tutti viaggiano molto, vengono a trovarmi. Credo che questo sia stato fondamentale per il mio adattamento: averli vicini e stare in contatto con loro. Mi sento anche a mio agio quando sono solo, quando ho i miei spazi; quindi credo di aver trovato un equilibrio che mi fa bene e che rende l'adattamento più veloce. Alla fine, se giochi a calcio sarai felice, ma c'è anche una vita al di fuori del calcio ed è quella che devi gestire al meglio.”
Gimenez sulla nuova generazione di calciatori: “Non siamo solo calciatori”
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Sul ruolo dei social media e delle responsabilità dei nuovi modelli sportivi, Santi è chiaro:
“Ognuno ha le proprie idee e i propri principi, e non vorrei parlare per gli altri, ma d'altra parte la realtà è questa: oggi siamo pieni di social network, con un clic puoi vedere quello che vuoi e anche una persona anonima può commentare quello che vuole. Quindi, in questa generazione di calciatori ci sono pro e contro, e sì, può darsi che oggi il calciatore non sia più solo un calciatore. Prendiamo il mio caso: so di poter essere un grande esempio per molti bambini che mi guardano attraverso uno schermo, attraverso i social network, e questo fa sì che uno dei miei obiettivi nella vita non sia solo giocare a calcio, ma anche essere un esempio del fatto che con Dio tutto è possibile; ispirare i bambini a seguire i propri sogni, essere un modello positivo affinché questi bambini, che sono la prossima generazione, ascoltino e vedano ciò che fai. Alla fine, mi piace aiutare, mi piace molto aiutare il prossimo; amo molto i bambini, mi piace molto che i bambini cerchino di vedere le mie cose positive e che non seguano le cose negative che ho, perché alla fine nessuno è perfetto, ma se uno è come è, le cose vanno bene.”
(Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
Verso i Mondiali 2026: “Una delle esperienze più belle della mia vita”
“Credo che possa essere una delle esperienze più belle che avrò in tutta la mia vita.”
Lontano dai cliché, Santiago Gimenez si mostra nella sua interezza: atleta, credente, uomo, marito, migrante. Un giocatore che vuole lasciare il segno non solo nel Milan, ma anche nel cuore di una nuova generazione di tifosi e tifose. E che, come dice lui stesso, cammina mano nella mano con Dio, dentro e fuori dal campo.