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Prima della doppia sfida della Concacaf Nations League di giovedì al SoFi Stadium di Inglewood, California, le scommesse erano puntate su USA e Canada per la finale di domenica. Ma hanno perso entrambe...
Entrambi gli allenatori, Mauricio Pochettino per gli Stati Uniti e Jesse Marsch per il Canada, rimpiangeranno l'occasione persa di vincere un trofeo e di dimostrare a un pubblico impaziente che le rispettive squadre sono in grado di farsi notare l'anno prossimo in Coppa del Mondo, che entrambi i paesi ospiteranno, insieme al Messico. A risentirne maggiormente sarà Pochettino, dal momento che ci si aspetta molto dall'argentino, data l'entità esorbitante del suo contratto, 6 milioni di dollari all'anno.
Grazie alla sua esperienza in più club, ci si aspettava che trovasse la chiave per sbloccare il talento di Capitan America, di Christian Pulisic, e che fornisse al dinamico Westin McKennie la posizione giusta per far male all'avversario. E invece nonostante avesse il 70% di possesso palla, la sua squadra ha creato poco. L'ex nazionale statunitense Eric Wynalda è stato incandescente dicendo che "i milionari con i tatuaggi devono essere molto più orgogliosi quando indossano la maglia della nazionale", mentre il suo ex compagno di squadra Alexis Lalas ha detto che "questi giocatori dovevano qualcosa alla Federazione e ai tifosi. È tempo di consegnare".
In definitiva, questa finale terzo-quarto ha assunto l'importanza di una partita "da vincere a tutti i costi" per entrambi i paesi, dato che la finestra per giocare partite competitive si concluderà con la Gold Cup a luglio. Un torneo in cui entrambe le squadre devono almeno raggiungere la finale per mantenere un po' di slancio in vista del 2026. Per Pulisic e Musah un impegno in più, anche se martedì 25 marzo dovrebbero essere a Milanello, in tempo utile per preparare la delicata trasferta di Napoli.
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