Dal mercato tradizionale di Jeju, un’isola al sud della terraferma della Corea del Sud, arriva una cartolina speciale inviata da un amico romanista: tra i colori orientali spunta la gloriosa maglia bianca del Milan numero 22 di Kaká...
Kakà, una cartolina romanista che parla rossonero
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Quando il calcio supera le barriere geografiche, culturali e... pure quelle di tifo. Da Jeju, isola subtropicale a sud della Corea del Sud, riceviamo una cartolina davvero singolare: è firmata da un caro amico romanista, ma al centro della scena non c'è Totti, De Rossi, Giannini o Falcao - c'è la maglia bianca del Milan, numero 22, di Kaká.
E non è indossata da un turista nostalgico, bensì da un noto personaggio locale del mercato di Jeju, tra i banchi del pesce e i profumi orientali. Una visione che, per usare le parole del mittente, "amplifica il talento dell’ingiocabile figlio di Dio".
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Jeju: tra cultura orientale e culto rossonero
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Jeju è una perla del sud-est asiatico, nota per la sua natura incontaminata, i vulcani e i mercati tradizionali. Ma oggi, a quanto pare, è anche un piccolo avamposto del culto milanista.
La maglia bianca con il numero 22 non è casuale: Kaká, alias Ricardo Izecson dos Santos Leite, è una figura che ha lasciato un segno indelebile nella storia del Milan e del calcio mondiale. Il suo talento, il suo stile elegante, e quella magia in campo che gli valse l'appellativo di “Bambino d’Oro” hanno travalicato confini e continenti.
Indimenticabile, in particolare, la sua stagione 2006/2007: capocannoniere della Champions League (13 reti) e protagonista del trionfo rossonero ad Atene, nella finalissima contro il Liverpool. Una rivincita perfetta, che ha suggellato la sua leggenda e quella del Milan europeo.
Kaká, un simbolo globale (anche per i romanisti)
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L’ironia della storia è tutta qui: un romanista in vacanza dall'altra parte del mondo si trova di fronte a un simbolo eterno del Milan. E non può far altro che fotografarlo, raccontarlo e condividerlo - forse con un pizzico di nostalgia, o forse solo per onestà calcistica.
Perché certe maglie non si dimenticano. Soprattutto quando parlano il linguaggio universale del calcio vero, e ricordano serate come quella di Atene 2007, in cui il Milan tornava sul tetto d’Europa.
Grazie, amico romanista. Ci hai ricordato, da un angolo sperduto del mondo, quanto sia grande e diffuso l’amore per il Milan. Anche quando a portarlo alla luce è qualcuno che - almeno ufficialmente - tifa per un’altra squadra. Ma la Vera Amicizia, si sa, rende tutto possibile.