milanistichannel news milan ESCLUSIVA MC, Samuele Dalla Bona: “Vi racconto tutto del Milan”
Dalla Bona racconta tutto sull'esperienza al Milan

ESCLUSIVA MC, Samuele Dalla Bona: “Vi racconto tutto del Milan”

Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 
Samuele Dalla Bona racconta la sua esperienza al Milan, da Maldini ad Ancelotti, parlando di Leao e arrivando al suo futuro.
01:09 min

Samuele Dalla Bona, è stato uno dei centrocampisti italiani più promettenti tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila. Un giocatore, per certi versi, precursore del ruolo moderno, capace di unire corsa, inserimenti e qualità tecnica: un vero box-to-box in un’epoca in cui quel tipo di centrocampista era ancora raro.

3 Feb 2001: Sam Dalla Bona of Chelsea during the FA Carling Premiership match at Filbert Street in Leicester, England. Leicester won the game 2 - 1. Mandatory Credit: Clive Mason /Allsport

Cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, Samuele Dalla Bona a soli 17 anni si trasferisce in Inghilterra al Chelsea, dove debutta nel 1999. Con la maglia dei Blues si mette in mostra per visione di gioco, dinamismo e capacità realizzative, qualità che attirano l’interesse del Milan di Carlo Ancelotti, che lo porta in rossonero nell’estate del 2002.

In rossonero resta una sola stagione, ma il contributo di Samuele Dalla Bona è comunque prezioso: vince la Champions League e la Coppa Italia, entrando così nell’albo d’oro di uno dei Milan più forti della storia recente.

Nel prosieguo della carriera Samuele Dalla Bona veste le maglie di Bologna, Lecce, Sampdoria, Napoli, passa poi ai greci dell’Iraklis, prima di tornare in Italia con Verona, Atalanta e infine Mantova, dove chiude la sua carriera da calciatore professionista.

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Di seguito l'intervista integrale di Samuele Dalla Bona concessa in esclusvia ai microfoni di Milanisti Channel.

Dalla Bona sull'arrivo al Milan e su Paolo Maldini

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Samuele, partiamo proprio dagli inizi: qual è la prima immagine che ha del mondo del calcio e il primo ricordo che ha del Milan?

"La mia carriera è iniziata nel settore giovanile dell’Atalanta, poi è arrivata la chiamata del Chelsea. Ho conosciuto Gianluca Vialli all’Europeo Under-16 in Scozia: mi disse che stavano cercando giovani promettenti per il Chelsea. Da quell’incontro con il compianto Vialli nacque la mia esperienza in Inghilterra. Il ricordo più bello che ho del Milan riguarda proprio il mio arrivo. Era l’estate del 2002, quella della dolorosa eliminazione dell’Italia dal Mondiale per mano della Corea del Sud. Ricordo che Maldini era ancora arrabbiato per quanto accaduto, e già dai primi allenamenti a Milanello si percepiva la sua voglia di riscatto. Quella determinazione lo portò a fare una stagione incredibile, vincendo da capitano la Champions League".

Il suo pensiero su Paolo Maldini con cui ha condiviso una stagione indimenticabile per i tifosi del Milan?

"È stato un giocatore straordinario, per me il miglior calciatore che abbia mai incontrato in carriera. Ricordo che il primo giorno avevo quasi soggezione nel presentarmi a lui. La sua voglia di rifarsi e il modo in cui la trasmetteva alla squadra erano impressionanti: vederlo allenarsi dal vivo per un’intera stagione è stata un’esperienza che non dimenticherò mai".

Dalla Bona sull'esperienza al Milan e su Carlo Ancelotti

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Durante l’esperienza in rossonero, oltre al già citato Maldini, si è trovato a condividere lo uno spogliatoio con campioni del calibro di Shevchenko, Costacurta, Rui Costa, Seedorf, Inzaghi, Rivaldo, Pirlo solo per citarne alcuni…com'era vivere uno spogliatoio del genere?

"Era uno spogliatoio incredibile, pieno di personalità forti. Per me, che ero giovane, è stata un’esperienza davvero formativa. Farei un torto a qualcuno se facessi un solo nome, ma posso dire che da Seedorf agli italiani come Gattuso, Ambrosini e Pirlo, tutti avevano una personalità notevole. Era un gruppo composto da giocatori straordinari, difficile da replicare oggi. Tutti, nessuno escluso, mi hanno aiutato durante quell’esperienza. I giovani eravamo io e Borriello e per noi non era semplice trovare spazio, ma lo considero comunque un periodo favoloso. Anche lo stesso mister Carlo Ancelotti era una persona di livello superiore, sotto ogni punto di vista".

Com’era lavorare con Carlo Ancelotti? C’è un episodio o un consiglio che ricorda ancora oggi?

"Io ero un giovane, mi allenavo sempre al massimo con tanta voglia, ma se gli altri erano più bravi, non c’era nulla da fare. Detto questo, ricordo che Ancelotti mi diceva sempre: “Impara l’arte e mettila da parte”. Un proverbio che mi ha accompagnato per tutta la carriera.

Inoltre, in una partita di Champions League, quella di La Coruña, terminata 0-4 (seconda giornata del girone 2002/2003), quando entrai all’83’, mi disse: “Vai dentro sulla destra che puoi trovare il gol”. Una semplice indicazione, ma per un giovane fu una grande lezione: nonostante il risultato fosse già acquisito, l’attenzione ai dettagli del Mister era maniacale".

Segue ancora il Milan? Che idea si è fatto della squadra di oggi?

"Già l’anno scorso ritenevo la rosa del Milan molto competitiva. Quest’anno, con Allegri, i rossoneri possono sicuramente lottare per lo Scudetto. Peccato per l’assenza dalla Champions League, ma può diventare un vantaggio da sfruttare, come fece il Napoli nella passata stagione. L’idea è che Allegri abbia sistemato la fase difensiva e per questo vedo il Milan pienamente in corsa per lo Scudetto".

Samuele Dalla Bona su McTominay e Leao

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C’è un giocatore del calcio attuale che le piace particolarmente o che le ricorda un po’ il suo modo di giocare?

"Non lo so. Un tempo mi dicevano che assomigliavo a Bernhard Schuster nel modo di giocare e io rispondevo sempre: ‘Magari!’. Oggi non saprei indicare un calciatore con le mie stesse caratteristiche, ma posso dire che mi piace molto Scott McTominay, anche se credo sia senza dubbio più forte di me. Claudio Ranieri in passato mi ha sempre definito un centrocampista box-to-box e infatti ho sempre avuto un debole per questo tipo di calciatori. McTominay lo scorso anno ha fatto una stagione davvero straordinaria".

Riguardo i giovani centrocampisti italiani, tra i meno noti c’è qualcuno che l’ha colpita in particolare?

"Partiamo dal presupposto che non sono polemico su questa narrazione, ma piuttosto dubbioso sull’idea che i giovani italiani non vengano fatti giocare. Mi spiego meglio: se fossero davvero così talentuosi, sarebbero sicuramente impiegati con continuità nei rispettivi club di appartenenza. Quindi non vedo tutto questo ostracismo. Eccetto quelli già conosciuti e nel giro della nazionale, non saprei indicare un giovane promettente tra i meno noti. Questo è un tema che ho vissuto sulla mia pelle, da ragazzo, prima al Chelsea e poi al Milan, quindi molto sensibile per me".

Samuele Dalla Bona sul calcio inglese e sull'orgoglio di vestire il rossonero

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Ha giocato in Italia e in Inghilterra: che differenze ha trovato a livello di mentalità e di allenamento?

"Penso che ormai non sia più un segreto: in Inghilterra si gioca come se fosse una festa. Il pubblico ti sostiene dall’inizio alla fine e quasi mai ho sentito fischi pesanti in una partita. Se giochi fuori casa può capitare, ma nulla di particolare. In Italia, invece, il tifo è più caloroso, ma se sbagli qualche partita possono sorgere problemi mediatici e ambientali. Emblematico è il caso di Rafael Leao: per me è un grandissimo calciatore, anche se spesso in Italia si tende a dimenticarlo, accusandolo di discontinuità, senza considerare che da quando è al Milan riesce sempre a fare la differenza".

Guardando indietro alla sua carriera, c’è qualcosa che la rende orgoglioso e qualcosa che cambierebbe?

"Questa è una domanda che mi viene fatta spesso, ma posso dire che non ho rimpianti particolari. Ho vissuto belle esperienze anche dopo Chelsea e Milan, al Lecce, Bologna e Napoli. Il rimpianto vero riguarda il Milan di allora: era qualcosa di stratosferico e in Italia, quando ottieni un bollino, è difficile rimuoverlo. Il fatto di essere andato al Milan non è assolutamente un rimpianto. Claudio Ranieri all’epoca mi consigliò di restare al Chelsea, ero appena arrivato in Inghilterra e forse non era il caso di tornare subito in Italia, considerando la giovane età e il contesto creatosi ai Blues. Tuttavia, il Milan era irrifiutabile: come avrei potuto dire di no ai rossoneri? Accettare quella sfida mi ha permesso di vincere la Champions League e vivere un’esperienza positiva, accanto a calciatori straordinari che mi hanno formato. Sebbene al Chelsea ci fossero grandi giocatori, al Milan il livello umano e tecnico era ancora superiore".

Dalla Bona ancora sul Milan e sui tifosi

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Se potesse rivivere una partita o un giorno con la maglia rossonera, quale sceglierebbe e perché?

"Sicuramente la partita in Coppa Italia contro il Chievo Verona, quando ho segnato. In quel momento la fiducia nei miei confronti era massima. Purtroppo, dopo la partita contro il Real Madrid in Champions League, quella fiducia venne meno, poiché tutti si aspettavano una prestazione diversa. Se devo indicare il ricordo più dolce con la maglia rossonera, rimane senza dubbio quel gol contro il Chievo. Per un ventenne, segnare con il Milan è stato un momento unico".

Cosa significa per lei oggi sentire ancora l’affetto dei tifosi del Milan?

"Ricevo spesso messaggi di affetto dai tifosi del Milan sui social, cosa che apprezzo moltissimo. Inoltre, tutti i miei parenti milanisti continuano a dirmi: “Ti rendi conto che hai giocato per il Milan?”. Essere ricordato con così tanto affetto mi riempie di orgoglio".

Le piacerebbe rientrare nel mondo del calcio come allenatore (patentino UEFA B) o dirigente?

"È una scelta complessa. Sono rimasto lontano dal calcio per motivi personali, nonostante abbia avuto diverse opportunità di rientrare. Ad esempio, il mio grande amico Massimo Donati, quando è diventato allenatore del Legnago, mi ha chiesto di seguirlo, ma ho declinato per scelta personale. Ho avuto anche colloqui con società di Serie A, ma al momento mi trovo bene con la mia vita attuale. Essere calciatore significa vivere in una bolla fatta di allenamenti, trasferte e partite. Dopo la carriera, ho voluto godermi la vita reale. Certamente, se dovesse presentarsi l’opportunità giusta, non mi dispiacerebbe rientrare, ma senza alcuna frenesia".

Intervista esclusiva a cura della redazione di Milanisti Channel. Ogni riproduzione, totale o parziale, è vietata senza autorizzazione scritta. © Milanisti Channel - Tutti i diritti riservati.