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Samuele Dalla Bona, è stato uno dei centrocampisti italiani più promettenti tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila. Un giocatore, per certi versi, precursore del ruolo moderno, capace di unire corsa, inserimenti e qualità tecnica: un vero box-to-box in un’epoca in cui quel tipo di centrocampista era ancora raro.
Cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, a soli 17 anni si trasferisce in Inghilterra al Chelsea, dove debutta nel 1999. Con la maglia dei Blues si mette in mostra per visione di gioco, dinamismo e capacità realizzative, qualità che attirano l’interesse del Milan di Carlo Ancelotti, che lo porta in rossonero nell’estate del 2002.
In rossonero resta una sola stagione, ma il contributo di Samuele Dalla Bona è comunque prezioso: vince la Champions League e la Coppa Italia, entrando così nell’albo d’oro di uno dei Milan più forti della storia recente.
Nel prosieguo della carriera veste le maglie di Bologna, Lecce, Sampdoria, Napoli, passa poi ai greci dell’Iraklis, prima di tornare in Italia con Verona, Atalanta e infine Mantova, dove chiude la sua carriera da calciatore professionista.
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Di seguito il primo estratto della lunga intervista concessa in esclusvia ai microfoni di Milanisti Channel.
Samuele, partiamo proprio dagli inizi: qual è la prima immagine che ha del mondo del calcio e il primo ricordo che ha del Milan?
"La mia carriera è iniziata nel settore giovanile dell’Atalanta, poi è arrivata la chiamata del Chelsea. Ho conosciuto Gianluca Vialli all’Europeo Under-16 in Scozia: mi disse che stavano cercando giovani promettenti per il Chelsea. Da quell’incontro con il compianto Vialli nacque la mia esperienza in Inghilterra. Il ricordo più bello che ho del Milan riguarda proprio il mio arrivo. Era l’estate del 2002, quella della dolorosa eliminazione dell’Italia dal Mondiale per mano della Corea del Sud. Ricordo che Maldini era ancora arrabbiato per quanto accaduto, e già dai primi allenamenti a Milanello si percepiva la sua voglia di riscatto. Quella determinazione lo portò a fare una stagione incredibile, vincendo da capitano la Champions League".
Il suo pensiero su Paolo Maldini con cui ha condiviso una stagione indimenticabile per i tifosi del Milan?
"È stato un giocatore straordinario, per me il miglior calciatore che abbia mai incontrato in carriera. Ricordo che il primo giorno avevo quasi soggezione nel presentarmi a lui. La sua voglia di rifarsi e il modo in cui la trasmetteva alla squadra erano impressionanti: vederlo allenarsi dal vivo per un’intera stagione è stata un’esperienza che non dimenticherò mai".
Durante l’esperienza in rossonero, oltre al già citato Maldini, si è trovato a condividere lo uno spogliatoio con campioni del calibro di Shevchenko, Costacurta, Rui Costa, Seedorf, Inzaghi, Rivaldo, Pirlo solo per citarne alcuni…com'era vivere uno spogliatoio del genere?
"Era uno spogliatoio incredibile, pieno di personalità forti. Per me, che ero giovane, è stata un’esperienza davvero formativa. Farei un torto a qualcuno se facessi un solo nome, ma posso dire che da Seedorf agli italiani come Gattuso, Ambrosini e Pirlo, tutti avevano una personalità notevole. Era un gruppo composto da giocatori straordinari, difficile da replicare oggi. Tutti, nessuno escluso, mi hanno aiutato durante quell’esperienza. I giovani eravamo io e Borriello e per noi non era semplice trovare spazio, ma lo considero comunque un periodo favoloso. Anche lo stesso mister Carlo Ancelotti era una persona di livello superiore, sotto ogni punto di vista".
Intervista esclusiva a cura della redazione di Milanisti Channel. Ogni riproduzione, totale o parziale, è vietata senza autorizzazione scritta. © Milanisti Channel - Tutti i diritti riservati.
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