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Intervista a cura di Tuttosport -
Samuele Ricci: "Mi farà un effetto particolare rimettere piede al Grande Torino. Lì sono cresciuto tantissimo, ho conosciuto bellissime persone e ho lasciato anche tanti amici. Sono arrivato con Juric e, per il modo in cui giocavo a Empoli, è stato un po' un salto nel vuoto. Volevo mettermi in gioco in una grandissima piazza con più concorrenza in squadra anche se sapevo che avrei trovato un modo di giocare totalmente diverso: mi sono messo lì, sono cresciuto fisicamente, ho messo ancor più applicazione nel curare la fase di non possesso che era quello che richiedeva nel suo gioco uomo contro uomo. Un modo di interpretare le partite che implicava anche di restare super concentrato per tutti i novanta minuti".
"Torino è una grandissima piazza ma c'è questo clima di malcontento generale che si porta avanti da tanti anni, anche prima che arrivassi lì. Il tifoso pretende tanto dalla squadra e dal club e, come tutti sapete, c'è questo scontro perenne con la società. E questa cosa, inconsciamente, chi va in campo la subisce. Entrare allo stadio e sentire sempre cori contro Cairo un po' influisce. Però, nel contempo, devo dire che per giocare e per viverci Torino è davvero bella. Come è bella la passione che ci mettono i tifosi: io, in tal senso, non posso dire nulla perché con loro si è creato da subito un rapporto d'amore che si è portato avanti per tre anni e per questo non posso che ringraziarli".
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Tra l'altro nei suoi tre anni il Toro in casa ha sempre battuto il Milan... "È vero, si vinceva sempre - altro sorriso - e, ora che sono dall'altra parte della barricata, dico che è un motivo in più per provare a invertire questo trend". A proposito: perché il Milan fa tanto bene nei big match invece stenta con le medio-piccole? "Queste difficoltà credo facciano parte del nostro percorso di crescita. Sono cambiati tanti giocatori ed è cambiata pure l'identità della squadra dopo l'arrivo di Allegri: riuscire a diventare implacabili pure nelle partite "normali" credo sia il passo che ci manca per diventare davvero una grande: è una questione di mentalità ed è lo scoglio da superare". Lei era anche tifoso del Milan: il suo idolo di gioventù? "Ronaldinho... Anche se non c'entra molto con il mio ruolo".
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