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Santi Gimenez, il più discusso adesso gioca sempre: e Leao ringrazia…

Santi Gimenez, il più discusso adesso gioca sempre: e Leao ringrazia...
Per giocare in questo Milan, Leao deve fare un passo oltre se stesso perché come seconda punta Pulisic è superiore e come centravanti Gimenez è più riferimento
Redazione Milanistichannel

Gioca con la maglia numero 7, ma il suo ruolo è il centravanti, da 9. E nove sono fino ad oggi le presenze stagionali di Santi Gimenez. Significa esserci stati sempre, tra le sette partite di campionato e le due di Coppa Italia. Gli altri sono: Fofana, Saelemaekers, Tomori e Pavlovic. Santi è diventato irrinunciabile via via, partendo molto più indietro degli altri.

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L'ingresso di Gimenez da punta centrale

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E' stato il detonatore che ha permesso a Rafael Leao di spostarsi da seconda punta, con libertà di svariare e di cercare la palla dove e come preferiva Il tabellino della partita sintetizza bene quanto Gimenez sia servito a Leao: pareggio del portoghese, 2-1 sul rigore guadagnato con buona dose di astuzia.

Non solo Leao: Milan-Pisa e gli acciacchi

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Per i recuperi, Loftus in forse, per Nkunku prevale la fiducia, praticamente da escludere la ripresa di Estupinan. Di certo Loftus-Cheek non verrà rischiato, al massimo un posto in panchina. Dunque ancora Fofana e Ricci, con la regia dell'infaticabile Modric. Ieri Luka al Tg1: “Giocare con il Milan la cosa migliore”.

La sfida con i pisani è molto cara a Matteo Gabbia

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Lo riguarda infatti la bella scoperta che fanno a Milanello dopo il prestito di 6 mesi al Villarreal è che Gabbia quando torna, nel gennaio 2024, è un giocatore diverso: titolare nel Milan, convocato in Nazionale. La spiegazione della crescita esponenziale, l'ha data più volte lo stesso Matteo: "Sono cresciuto anche grazie a Raul Albiol, mi ha aiutato e dato consigli". Albiol, oggi leader della difesa pisana.

La cura dei particolari

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Ecco perché tra sabato e domenica mattina, a poche ore dalla sfida con la Fiorentina, Massimiliano Allegri ha chiesto ai suoi di esercitarsi sui calci di rigori, con molta concentrazione. La rabbia per l'errore dal dischetto di Pulisic era stata metabolizzata a fatica dal tecnico rossonero. Ecco, questo è Max, poi bravo a schivare anche le polemiche dopo l'infuocato finale del match vinto con la Fiorentina e ad andare avanti. Con stile. Il ritorno alla "casa madre" aveva anche questo obiettivo, perché c'era bisogno di chi sapesse gestire ogni situazione. Era ben chiaro che ai rossoneri in crisi d'identità servisse un allenatore di "garanzia”.