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Così Adrien Rabiot a Sky: "All'inizio non lo sapevo con precisione, perché c'erano tanti nuovi giocatori. Oggi vedo la squadra lavorare bene, abbiamo seguìto da sùbito il lavoro che chiedeva il mister. Secondo me avremmo potuto fare qualche punto in più, ne abbiamo lasciati un po’ per strada…”.
"Sbagliamo a livello mentale l'approccio delle partite, magari ci rilassiamo un po' troppo pensando anche di aver fatto già qualcosa di grande. Alla fine puoi pagare questa cosa, quindi dobbiamo cercare di ritrovare questa solidità e provare a mantenere lo stesso livello contro tutte le squadre. Come si fa? Magari dobbiamo anche noi giocatori più esperti dare un po' più di voce ai giocatori più giovani. So che non è facile per tutti giocare a questo livello in un club come il Milan che punta a grandi cose e devi sempre essere sul pezzo. La gente chiede tanto, è normale per una squadra così e magari non è sempre facile per tutti. Ma questo ti fa diventare un giocatore forte, un grande giocatore internazionale o meno. Su questo dobbiamo anche aiutare gli altri a pensare diversamente e avere l'approccio giusto”.
Su chi lo ha stupito di più: "Per me, ha tanta qualità e potenzialità Loftus-Cheek. È un classe ‘95 come me, quindi l'ho sempre visto giocare. Ha un potenziale incredibile, lo vedo anche in allenamento e secondo me potrebbe fare molto di più. Se devo dire un giocatore veramente forte in questa squadra, anche perché ci ho giocato contro, è lui. Leao? È giusto dire che anche lui ha potenzialità: è forte, l'ha dimostrato. Ma da quello che ho visto quando sono arrivato adesso, è già cambiato. A livello dell'atteggiamento in campo già c'è qualcosa di diverso e tutto inizia da qui: deve mantenere questo aspetto. È un giocatore con tanta qualità e lo sappiamo bene: deve continuare a crescere. Poi dipende da lui, a livello proprio mentale, capire dove vuole arrivare”.
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Su Allegri: "Secondo me la cosa che ha cambiato il Milan dall'anno scorso a quest'anno non è un giocatore, non è la squadra, ma è proprio l'allenatore con il suo staff. Conosciamo tutti Allegri: è bravo, è molto importante per una squadra avere un allenatore così bravo a livello sia di calcio, sia umano. Se incide sulla nostra testa? Sì, molto. Sappiamo che il calcio non è solo una questione di gambe e questo il mister l'ha capito da tanto. È vero, con lui c'è un rapporto diverso: mi ha parlato da sùbito molto, mi ha aiutato a livello della mentalità. Lui mi capisce, a volte anche senza parlare. Non capita con tutti”.
Sul rapporto con Allegri: "Tre, quattro anni fa alla Juve c'erano altri giocatori più vecchi di me, con più esperienza e questo è il percorso naturale. Sono cresciuto e il mister mi conosce anche bene: conosce la mia mentalità, la mia passione per il calcio, come mi alleno. Quindi fa più affidamento su di me, sui giocatori più esperti che abbiamo anche in squadra, tipo Mike (Maignan, ndr), Gabbia, che è qui da tanto e conosce questo ambiente. Abbiamo bisogno di questi giocatori per alzare il livello della squadra. Il mio soprannome "Cavallo Pazzo"? Non abbiamo parlato tanto della sua passione per i cavalli ma lo so che gli piace ovviamente. Questo soprannome a me piace! L'hanno ripreso tutti i tifosi, è bello. I miei ricordi del Milan da bambino? "Ricordo la finale contro Liverpool in Champions, il 3-3. L'immagine che ho del Milan è veramente questa, non importa se hanno vinto o perso. E ricordo tanti giocatori: Seedorf era potente, Pirlo faceva lanci lunghi incredibili. Sono qualità che ho meno. Mi piace vedere gli altri e capire cosa mi manca”.
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