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RITORNO ALLE ORIGINI

Il primo Allegri nasce a Sassuolo: quando i neroverdi gli aprirono la strada del grande calcio

Allegri Sassuolo
Il legame tra Allegri e il Sassuolo ritorna nel racconto di una stagione decisiva che segnò la promozione del club e l’ascesa del tecnico
Matteo Casini
Matteo CasiniRedattore 

Una sfida che profuma anche di passato quella che fra due giorni, il 14 dicembre alle 12.30, aprirà la domenica di Serie A. Milan-Sassuolo non è soltanto un incrocio utile per la classifica, ma anche un ritorno alle origini per Massimiliano Allegri, oggi di nuovo sulla panchina rossonera e un tempo artefice della scalata neroverde.

Il passato emiliano

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Per Massimiliano Allegri, il confronto con il Sassuolo riporta sempre alla luce ricordi che vanno oltre la semplice statistica. Al di là dei risultati alterni maturati contro i neroverdi negli anni in Serie A, ciò che rende speciale questo incrocio è il legame con il punto di partenza della sua carriera. Prima che arrivassero le luci dei grandi palcoscenici, Allegri costruì l'inizio della propria credibilità sulla panchina emiliana.

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La stagione 2007-08 in Serie C rappresenta ancora oggi uno dei primi obiettivi ottenuti dal livornese. Il Sassuolo non era indicato come la favorita assoluta, ma Allegri riuscì a trasformare un gruppo apparentemente modesto in una squadra disciplinata, coraggiosa, capace di imporsi con una continuità sorprendente. Già dalle prime giornate si intuì che quella formazione aveva qualcosa in più: identità, idee chiare e una solidità mentale che raramente si vede in categorie del genere.

Campionato, coppa e ascesa

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Il cammino verso la promozione fu scandito da una crescita costante, con un equilibrio tra gioco e risultati che divenne il marchio distintivo del giovane tecnico. La vittoria della Coppa Italia di Serie C fu il sigillo di una stagione perfetta, un trofeo che non solo arricchì la bacheca societaria, ma mostrò le qualità di Allegri nella gestione di una stagione intera, dove attenzione e letture dei momenti sono fondamentali.

Quell’annata gli consegnò la Panchina d’Oro, riconoscimento che certificò la sua ascesa e spalancò le porte della Serie A. Ma tutto ebbe origine in quel percorso emiliano, in un ambiente che gli consentì di sperimentare, sbagliare, correggere e trovare una strada precisa.

Via alle danze

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Da allora la traiettoria del tecnico livornese è un susseguirsi di sfide ad alto livello. Prima la chiamata del Cagliari in Serie A, poi l’avventura al Milan dove conquistò il suo primo scudetto, infine la lunga parentesi alla Juventus, ricca di titoli e finali europee. Il ritorno a Milanello chiude idealmente un cerchio, ma non attenua il valore simbolico dell’incrocio con il Sassuolo, allenato ora da Fabio Grosso, tecnico dal profilo diverso ma ambizioso e deciso a firmare una nuova identità per i neroverdi.

Per quanto detto in precedenza, ogni volta che Allegri rivede il Sassuolo dall’altra parte della panchina, ritornano sensazioni autentiche. Non è soltanto una partita, ma un promemoria di ciò che è stato e di quanto quel periodo abbia inciso sulla costruzione dell’allenatore che conosciamo oggi.