
Stefano Pioli, intervistato da Radio Serie A, torna anche su alcune particolari tematiche che hanno caratterizzato la sua avventura in rossonero.
Le parole di Pioli...
Stefano Pioli, intervistato da Radio Serie A, torna anche su alcune particolari tematiche che hanno caratterizzato la sua avventura in rossonero.
Theo Hernandez 209 partite con lei, Rafa Leao 205, sono i giocatori più utilizzati da lei in carriera. Cosa hanno di speciale?
Pioli: "Sono anche quelli che mi hanno fatto dormire meno (ride). Sono due ragazzi con cui siamo cresciuti insieme, ai quali ho voluto un bene dell'anima e con i quali serve un certo tipo di rapporto. Anche difficili, poiché non così continui e talvolta indolenti. Sono due giocatori che, comunque, condizionavano il risultato della partita. Arrivando poi, in un campionato complicato come la Serie A, avevano bisogno di essere aiutati, spronati e stimolati. E' stato un bel lavoro e credo che abbiamo ottenuto successi importanti."
Si sente un po, il loro padre calcistico?
"Io mi sento padre calcistico di tutti i giocatori che ho avuto. Perché per me, e lo staff, la priorità è sempre stata quella di far crescere i giocatori nell'arco della stagione. Secondo i nostri principi calcistici e morali. Per fare ciò, a parer mio, non è sufficiente solo quanto si fa in campo."
Nel corso della sua carriera, c'é un giocatore che non è riuscito a far emergere, un rimpianto?
"De Ketelaere adesso è quello sulla bocca di tutti. Non credo però che sia stata solo colpa mia. Probabilmente qualcosa con lui non ha funzionato, mentre adesso con Gasperini, l'ambiente in cui si trova, il modo di giocare ne hanno favorito la crescita. Ad ogni modo, uno può essere lui, ma sicuramente ce ne sono anche altri."
Considerando che le piace la bicicletta, che corsa a tappe è stata quella con il Milan, per arrivare poi allo scudetto?
"Mi piacerebbe dire che sia stato un Giro d'Italia, ma credo che il Tour de France sia la corsa a tappe più importante del mondo. E' stato dunque, un Tour de France con tante vette da raggiungere e picchiate in basso. Alla fine però, rimarrà un percorso dove siamo cresciuti tanto e dove abbiamo vinto. Credo che alla fine dei conti, si possa dir tutto o niente del lavoro di un allenatore, ma ciò che rimane, è cosa hai trovato quando sei arrivato e cosa hai lasciato quando te ne sei andato. All'interno del bilancio, ovviamente ci sono sia cose positive che negative."
Le fa venire ancora i brividi quello scudetto?
"Sì. Ma questo non passerà mai anche se dovessi vincere ancora. E' stato talmente inaspettato da parte di tutti, talmente bello da vivere, con una squadra giovanissima e con l'ambiente che si era creato, con una magia particolare, che è di fatto, è indimenticabile."
Un giocatore che ha voluto fortemente al Milan?
Pioli: "Dai dirigenti mi venivano fornite delle scelte, io poi li guardavo e davo la mia valutazione. Loro poi, cercavano di chiudere il cerchio quando ci riuscivano. E' stato così anche l'anno scorso. Credo quindi, che tante cose abbiano funzionato e altre meno. Poche volte, dopo aver sentito un giocatore, mi sono sbagliato sulla scelta di quest'ultimo e sul cosa potesse aggiungere alla squadra."
Si è dovuto anche arrabbiare nel suo ciclo anche al Milan quindi.
Pioli: "Allenare significa anche discutere. Anche perché, ho sempre abituato i miei giocatori ad esternare le loro opinioni soprattutto nelle sedute video. Poiché, l'importante è che io abbia le idee chiare e le ho, ma poi dopo in campo vanno loro. Qui sembro molto equilibrato, ma quando bisogna preparare una partita esigo molto da me e dai miei giocatori. Normale quindi che ci siano state delle discussioni e siamo sempre stati molto bravi a superarle senza aggiungere nulla di personale."
A mente fredda, il suo ciclo al Milan era concluso o c'é qualche rimpianto da parte sua?
"Nessun rimpianto. Ho dato tutto e ricevuto tantissimo."
Il rovescio di Sinner, lo paragoniamo al tiro di?
Pioli: "Theo!"
Tra i giocatori "on fire" del Milan troviamo sicuramente Reijnders.
Pioli: "Appena ho visto West-Ham-Az mi è subito piaciuto. E' un giocatore di una qualità, intelligenza e classe incredibile. L'anno scorso, anche in allenamento, aveva avuto tante occasioni di segnare ma faceva fatica. Il primo anno in Italia, per i giocatori esteri, è sempre molto difficile. In quanto parliamo di un calcio più tattico e più complicato. Ma sulle sue qualità mai avuto dubbi."
Christian Pulisic invece, ha ormai preso il volo.
Pioli: "E' un altro di quei giocatori con una mentalità incredibile. Lo avevo studiato per le caratteristiche che ci servivano, ma l'avevo già visto voglioso e umile di affrontare la nuova esperienza. Christian è sia un top sia come ragazzo che come giocatore.
Anche lei era arrivato in corsa, proprio come adesso Conceicao, quanto è difficile resettare lo spogliatoio in quel momento?
Pioli: "Io penso che bisogna arrivare senza sapere cosa si facesse prima da un punto di vista tattico. Bisogna portare il proprio modo di essere e credere in quello che si fa. Successivamente, capire piano piano come fare per arrivare ai risultati. Credo che Conceicao, abbia la chiarezza dentro di sè di chi vuole essere e di quello che è, cercherà quindi di trasmettere tutte le sue caratteristiche. E' un buon allenatore e gli auguro il meglio."
Ci faccia un profilo umano e tecnico di Leao.
Pioli: "E' un ragazzo stupendo. Ciò che di suo inganna è il linguaggio del corpo. Ciò nonostante, è un ragazzo intelligente e buono, che va però spronato, stimolato e aiutato. Nel calcio poi, le critiche e gli elogi sono eccessivi. Personalmente continuo a vedere una sua crescita. Non so se arriverà mai a vincere il pallone d'oro, ma penso che abbia le qualità per farlo, sono sempre stato convinto di questo."
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