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La rivoluzione silenziosa è partita da lontano, dal 7 luglio, data del raduno, in anticipo su tutti. Da allora sono passati 80 giorni, nei quali Max e il suo staff tutto italiano - Landucci, Dolcetti, Magnanelli, Corradi - stanno riuscendo là dove sia Fonseca sia Conceicao avevano fallito: creare un gruppo e renderlo squadra.
Come scrive Carlos Passerini sul Corriere della Sera, il nuovo codice Allegri sta funzionando. Come la nuova tavolata unica che a Milanello ha una finalità tattica, più che logistica. Fino a qualche mese fa i giocatori si dividevano in più tavoli, col risultato che si venivano a creare gruppetti separati. Ora questa nuova disposizione obbliga tutti a stare con tutti. E a parlare italiano, come da regola imposta anche da Ibrahimovic. Guai a chi si esprime in inglese o in un'altra lingua: se non parli italiano, come fai a capire gli avversari o l'arbitro?
Interessante anche il nuovo dress code. Ora non solo i giocatori, ma anche i magazzinieri e i cuochi devono presentarsi allo stadio in trasferta con l'abito di rappresentanza, giacca e cravatta. Un'operazione da vecchio Milan, da età dell'oro berlusconiana: non è un esercizio di stile, bensì un messaggio di appartenenza che deve coinvolgere tutta la comitiva, nessuno escluso. "Siamo il Milan, non dimentichiamocelo mai", ripete spesso Allegri. Le regole di condotta sono rigorose. E, a differenza di un anno fa, tutti le rispettano.
In allenamento si lavora e basta, ma dopo la doccia si ride e si scherza tutti insieme: nello spogliatoio ora regna l'armonia. C'è il booster di leadership e di esperienza immesso dalle stelle Modric & Rabiot, che con il loro esempio danno l'indirizzo a tutta la compagnia. C'è, ovviamente, la credibilità di un allenatore vincente che già con la propria presenza trasmette fiducia e compattezza: in allenamento si lavora duro, poi si ride e si scherza tutti insieme.
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