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L’immagine diffusa ieri sera da Dazn ha fatto rapidamente il giro degli ambienti rossoneri. Nella classifica che somma gol e assist nelle ultime tre stagioni di Serie A, svetta un nome che, per ruolo e caratteristiche, sorprende più degli altri: quello di Christian Pulisic.
La notte del derby ha aggiunto un’altra gioia personale al suo percorso in Italia. Il suo tap in a porta vuota, arrivato in un momento di massima incertezza, ha deciso la stracittadina con l’Inter e ha consegnato al Milan una vittoria che vale più di tre punti. In una partita sofferta, compressa in ritmi non bassi, l’americano ha trovato la zampata giusta. Una conclusione facile, ad eludere l'intervento di Akanji, che ha fatto esplodere San Siro e ha ribadito una verità ormai evidente: Pulisic è uno dei protagonisti più incisivi dell’intera Serie A.
Il dato mostrato subito dopo la rete, però, è eloquente. Con 48 tra gol e assist, Pulisic condivide la vetta con Lautaro Martínez, mentre alle loro spalle compaiono Marcus Thuram, Mateo Retegui e Romelu Lukaku. Tutti interpreti del ruolo di principale riferimento offensivo, terminali puri o quasi, costruiti per vivere spesso dentro l’area e capitalizzare i palloni che arrivano dai compagni. Pulisic, invece, appartiene a una categoria diversa. Parte largo a volte, si muove in diagonale, lavora tra le linee, inventa. Eppure mantiene una produttività che non ha nulla da invidiare a chi gioca costantemente a contatto con la porta.
Questo primato assume un valore ancora più consistente perché racconta la sua evoluzione dentro il progetto rossonero. Nel 2023 era arrivato già con una buona carriera alle spalle, ma anche con stagioni altalenanti e una condizione fisica spesso non delle migliori. Il Milan gli ha chiesto qualità, coraggio e continuità. Lui ha risposto con un rendimento che oggi rappresenta uno dei pilastri della struttura offensiva. La capacità di inserirsi negli spazi creati da Giroud prima e da Morata/Abraham/Gimenez poi e l’abilità nel leggere con un attimo d’anticipo le situazioni favorevoli, lo hanno trasformato in un giocatore totale.
Il derby di ieri è stato il riflesso esatto di questa maturazione. Non un lampo isolato. Una presenza costante, intelligente, fatta di movimenti che hanno mandato fuori tempo la retroguardia nerazzurra. Pulisic è diventato un uomo-squadra, capace di trascinare il gruppo nei momenti in cui la partita rischia di scivolare via. La sua concretezza, unita a un continuità ormai stabile e sicura, sta permettendo al Milan di mantenere un ritmo alto, senza incappare nelle pause che in passato avevano frenato la crescita della squadra.
Il primato nella classifica combinata tra reti e passaggi decisivi non è un dettaglio statistico. È il segnale della sua dimensione attuale, quella di un giocatore che ha saputo superare gli ostacoli del passato e che ora si impone tra i migliori interpreti dell’intera Serie A. E se gli altri della lista vivono principalmente negli ultimi sedici metri, lui continua a colpire arrivando anche da lontano, con una sensibilità tecnica che rende il suo modo di giocare molto efficace.
Il Milan, oggi, si aggrappa anche a questo. A un leader silenzioso che parla con le giocate e che ieri ha firmato l’ennesima pagina della sua avventura rossonera. Un percorso in costante ascesa, confermato dai numeri e rafforzato da una prestazione che nel derby ha avuto un altro riscontro positivo. In Serie A ma non solo, Christian Pulisic è un fulcro irrinunciabile.
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