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Luka Modric e il nonno: “Ho imparato a giocare a calcio fra pecore e pietre”

Aldo Cazzullo intervista Luka Modric: “Amo la normalità, le piccole cose. Non mi sento unico o superiore a qualcun altro'
Aldo Cazzullo intervista Luka Modric: “Amo la normalità, le piccole cose. Non mi sento unico o superiore a qualcun altro"
Redazione Milanistichannel

Con Ibra, oggi consulente di RedBird, il fondo che controlla il Milan, che rapporto ha? "Buono. Quando ci vediamo, parliamo nella nostra lingua, serbo-croato, e nessuno ci capisce". Ibra nel 2020 è tornato al Milan a quasi 40 anni. E ha vinto lo scudetto: "Vediamo se riusciamo a rifarlo. Siamo in una situazione buona di classifica, manca ancora molto e ci sono molte avversarie forti, ma può succedere. Mai dire mai. Abbiamo molti margini di miglioramento, il mister sta facendo un grandissimo lavoro. Il nostro obiettivo deve essere puntare sempre al massimo. Siamo il Milan ed è giusto così. Per me essere qui è aver chiuso un cerchio. Ora però pensiamo giorno per giorno, nel calcio come nella vita non bisogna mai ragionare troppo sul futuro. Dopo ogni partita, ce n'è un'altra".

Luka Modric e la partita della guerra...

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Luka Modric ha giocato con la Nazionale croata contro la Serbia. È una partita speciale? "Sì. Non è come giocare contro il Galles... Che ricordo ne ha ? Ci ho giocato due volte, nel 2013, qualificazioni ai Mondiali. 2-0 per noi a Zagabria, 1-1 a Belgrado. Ambienti difficilissimi, in entrambi i casi. Non erano sfide normali, la guerra si sentiva ancora, si sente ancora. Credo che sarà sempre così". Un altro bambino di guerra, sia pure sull'altro fronte, è Novak Djokovic. "Lo conosco, ci siamo parlati. È un grande. Forse il miglior tennista della storia. Non solo per i titoli. Quando lo vedo è sempre un piacere. Ha molto da raccontare". Lei ha giocato anche in Bosnia , da ragazzo. "Allo Zrinjski Mostar , la mia prima esperienza, in prestito dalla Dinamo Zagabria. Fu durissima. C'erano bosniaci, croati, serbi. E c'erano tre religioni: musulmani, cattolici, ortodossi. Quando andavi a giocare a Sarajevo era un inferno. Gli arbitri non ti proteggevano. Non era facile. Avevo diciassette anni . E mi è servito molto. Se hai giocato in Bosnia subito dopo la guerra, puoi giocare dappertutto".

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Che rapporto ha Luka Modric con Allegri? "Finché non esce dalla stanza non posso dirvi niente! A parte gli scherzi, ha una personalità incredibile. Somiglia un pò ad Ancelotti: sensibile, divertente, ama fare scherzi. Ma sul campo, come tecnico , è un grandissimo. Sa di calcio come pochi. Non lo conoscevo così bene, ma sono felice che oggi sia il mio allenatore". Ancelotti ? "Carlo è il numero uno. Difficile trovare parole. Per il suo modo di essere, non solo per le sue qualità in panchina. Abbiamo parlato tante volte di Milano e del Milan, quando eravamo a Madrid. Anche per lui questo posto era unico. Ricordo quando lo conobbi. Io ero solo in città. Lui mi telefonò e mi disse: "Su, vieni a cena con me". Parlammo per ore, di tutto. Di calcio, della famiglia, della vita".