--- LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI SERGIO CONCEICAO ---
LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO MISTER
Milan, Conceicao in Conferenza Stampa: “Il calcio dominante è il risultato”
Un fine anno diverso da come tutti se lo immaginavano. Un Milan lontano dalla vetta in campionato, con 27 punti in classifica e un'ambizione ridimensionata alla semplice qualificazione in Champions League. Una qualificazione che però non è per nulla scontata, visto l'8° posto in classifica. Alle complicazioni di campo dei rossoneri, si è aggiunta anche la difficoltà di una gestione dello spogliatoio da parte di Fonseca che lo ha portato, dopo il pari casalingo contro la Roma per 1-1, a essere esonerato. Al suo posto, la dirigenza rossonera ha scelto un nuovo tecnico portoghese: Sergio Conceicao. Il nuovo allenatore del Milan è arrivato a Milano e più nello specifico a Milanello nella giornata di ieri, 30 dicembre 2024. Seduta di allenamento intenso nel tardo pomeriggio con la squadra, mentre oggi 31 dicembre, alle ore 12 si è presentato in Conferenza Stampa dinanzi a tutti i giornalisti. Ecco le sue parole.
La Conferenza Stampa di Sergio Conceicao
—Zlatan Ibrahimovic: "Ringrazio Paulo Fonseca per il professionista che è stato. Massimo rispetto per lui. Il motivo dell'esonero è stata una mancata continuità con i risultati. Abbiamo fatto un errore nel mandarlo in conferenza stampa. Siamo i primi a non essere soddisfatti per i risultati in campionato e vogliamo raggiungere i nostri obiettivi. La responsabilità non è sola di un allenatore, ma va condivisa con tutti e dobbiamo prendere questa responsabilità. Non sono scelte di panico, è tutto preparato nel bene e nel male. Non serve adesso presentare Conceicao, sanno tutti chi è. È una persona molto diretta, è stato un vincente. Con il Porto ha fatto grandi risultati. Ieri è arrivato e ha voluto subito la squadra in campo.
Ieri nelle sue prime dichiarazioni a Milan Tv abbiamo percepito il suo orgoglio nell'essere qui. Lei ha visto già il San Siro rossonero, che accoglienza si aspetta?
"Sono orgoglioso. È un piacere per me venire ad allenare una squadra così grande. Ho affrontato il Milan da giocatore e da allenatore. I tifosi sono l'anima del club e senza di loro è difficile crescere. Dobbiamo lavorare tanto per dimostrare che siamo da Milan. Se sono qui non è un buon segno, qualcosa non è andata bene. Come ha detto Zlatan, dobbiamo riflettere tutti, la responsabilità del momento non è solo di uno. Non ci lamentiamo e non cerchiamo scuse."
Ha parlato di lavoro e poco tempo. Nel breve quali sono i concetti su cui vuole basare la sua esperienza e volevo chiederle se avesse già sentito suo figlio...
"Ho 5 figli e li sento tutti i giorni. Francisco sarà un'avversario. Noi possiamo cambiare moduli e sistemi come volete voi, ma dopo c'è lo spirito della squadra che non si può negoziare. Serve fame fino alla fine per vincere una partita. Sapete sicuramente quante volte sono stato espulso in carriera, ma perché alleno con passione. Ai giocatori devono brillare gli occhi sin da quando entrano a Milanello. Serve un'altra mentalità per essere una squadra più forte."
Se è qui qualcosa non è andato bene e secondo lei cos'è che non ha funzionato?
"Quando qualcosa non funziona, ci sono tanti aspetti che magari non sono mancati. Ho visto tanto Paulo e molte partite mi sono piaciute tanto, altre meno. Noi allenatori cerchiamo la perfezione, ma non è possibile farlo sempre. Non voglio entrare nei dettagli di un allenatore serio e bravo e che conosco da tanti anni."
Che differenze ci sono nel Sergio da giocatore ad allenatore?
"È tutto diverso. Da giocatori pensiamo che capiamo tutto di calcio, ma non è così. L'allenatore non dorme neanche, questa notte è stata difficile per me. Lo stress di capire tante cose in un centro sportivo, conoscere le persone. Noi staff abbiamo tanta voglia di conoscere il prima possibile tutto e tutti qui a Milanello, perché i tempi sono corti. Adesso abbiamo già una semifinale di SuperCoppa e dobbiamo essere subito pronti."
La scelta dopo la Roma è stata presa con poco tempo. Quali sono stati i suoi stimoli di arrivare qui al Milan?
"Il timing non è la cosa più importante. Ogni settimana c'era un club che era interessato a me secondo la stampa portoghese, quindi immaginate. Il timing del Milan non è stato importante. È stato tutto veloce. Perché sono venuto al Milan? Sto allenando una delle squadre migliore al mondo a livello storico, anche se magari avevo altre situazioni aperte con altri club, ma la mia scelta è stata subito di venire ad allenare al Milan."
Fonseca quel che ha fatto è aver tracciato un solco netto nel rapporto tra allenatore e giocatori. Quale sarà il suo approccio con i giocatori?
"Dipende dalla situazione. Sicuramente non mi metto a cambiare adesso come sono. Ho 50 anni e non cambio una mia gestione del gruppo. Ho una comunicazione diretta con i giocatori. Possono essere più tristi perché non giocano tanto, ma questo deve dargli forza, come quando senti la pressione. Si lavora con fiducia per fare un buon lavoro. Qui posso parlare bene dei giocatori, ma l'importante ora sono i risultati."
Il Milan passa da Fonseca che voleva un gioco dominante, lei ha caratteristiche diverse. Pensa che si possa cambiare tattica e strategia in questo Milan oppure modificare con calma tutto?
"Io lavoro con le mie convinzioni tattiche e di lavoro. La base di lavoro riguarderà i miei principi e loro devono capire quali sono. Il calcio per me è semplice: bisogna fare gol e non prenderne. Il gioco dominante per me è il risultato e il Tiki Taka è metterla dentro."
Questa squadra può arrivare in Champions League in una situazione di protesta. Il Milan ha la potenzialità per recuperare le posizioni in Serie A? Per la SuperCoppa chi recupera?
"Noi faremo di tutto per arrivarci. Andiamo a lottare contro la Juve per vincerla con chi è presente e disponibile."
Qualche anno fa diceva che i giocatori per lei sono tutti uguali. Volevo chiederle anche se avesse parlato con Leao e Theo
"Sì, per come gestisco lo spogliatoio per me sono tutti uguali, se si ha 17 anni o 37. Bisogna lavorare al massimo e non il massimo che pensano loro, ma un altro limite. Le esigenze valgono per tutti. Su Leao i discorsi privati saranno diversi rispetto a tutti gli altri e viceversa. Io voglio conoscere tutta la storia dei singoli giocatori. Voglio conoscere la loro famiglia, capire il motivo dei loro comportamenti."
Lei nella gestione di Milanello che allenatore sarà? Vuole gestire tutto l'ambiente o sente la necessità di avere una persona accanto?
"Ognuno qui ha il suo lavoro da fare. La comunicazione la facciamo tutti i giorni. A me piace capire come si lavoro in tutti i settori. Parlo sempre con medici e fisioterapisti per capire come svolgono il loro lavoro. Oggi ho parlato con il nutrizionista per esempio. Con la dirigenza parlerò quando ci sarà bisogno perché tutti vogliamo che il Milan arrivi tra le prime 4 e poi ci sono la Champions e la Supercoppa Italiana. Vediamo dove arriviamo, siamo il Milan!"
Gennaio è anche un mese di mercato. Avete parlato con la dirigenza?
"No, la prima cosa che ho detto è che voglio conoscere bene chi è qui, anche in Milan Futuro. Prima conosco tutti anche i giovani, poi ne parliamo"
Quali sono le difficoltà che crede di avere qui con la squadra in corsa? Fece lo stesso al Nantes...
"Rosa, ambiente sono diversi, anche se la situazione somiglia. Io su di me ho questa pressione di essere meglio di ieri e anche l'ambiente attuale ha un'altra pressione. Non dobbiamo aver paura, ma trasformarla in forza. Abbiamo un lavoro difficile da fare, ma siamo fiduciosi. "
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