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Con la stagione 2025/2026 in corso, è arrivato il momento di fare chiarezza sulle novità regolamentari introdotte dall'AIA. I cambiamenti sono numerosi, alcuni più significativi, altri meno, ma un aspetto è certo: arbitri di campo e VAR avranno strumenti ancora più efficaci per ridurre al minimo gli errori.
Le principali modifiche sono contenute nella circolare AIA n. 1 per la stagione 2025/2026.
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MILAN, ITALY - SEPTEMBER 14: Referee Matteo Marcenaro gestures during the Serie A match between AC Milan and Bologna FC 1909 at Giuseppe Meazza Stadium on September 14, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
La novità più rilevante riguarda il cosiddetto VAR announcement: la spiegazione a viva voce, da parte dell’arbitro, della decisione assunta in seguito a un episodio revisionato al VAR. Si tratta di un passo deciso verso una maggiore trasparenza, rendendo immediatamente chiare al pubblico le motivazioni. Resta la speranza che, oltre a essere comunicate, le decisioni mantengano un nesso logico con quanto accaduto in campo.
Testo ufficiale:
"Quando il processo di revisione è completato, l’arbitro deve mostrare il gesto dello “schermo TV” e comunicare la decisione finale; le competizioni possono anche implementare un sistema in cui l’arbitro spiega e annuncia pubblicamente le decisioni a seguito di una “revisione” VAR o di un lungo “controllo” VAR, come delineato nelle linee guida FIFA e nel Manuale VAR".
Il capitano avrà un ruolo più definito nella gestione del rapporto con la classe arbitrale, soprattutto per evitare assembramenti attorno al direttore di gara in caso di decisioni contestate.
Testo ufficiale:
"Ciascuna squadra deve avere sul terreno di gioco un capitano che indossa una fascia da braccio identificativa. Il capitano di una squadra non gode di uno status speciale o di privilegi, ma ha un grado di responsabilità per il comportamento della propria squadra".
Le novità riguardano le situazioni di drop ball. Quando è chiaro che il pallone sarebbe finito a un avversario della squadra che lo ha toccato per ultima, il possesso verrà assegnato direttamente a quest’ultima.
Testo ufficiale:
"Se, quando il gioco è stato interrotto:
- il pallone era all’interno dell’area di rigore, l’arbitro lo lascia cadere a terra per il portiere della squadra difendente nella propria area di rigore;
- il pallone era all’esterno dell’area di rigore, l’arbitro lo lascia cadere a terra per un calciatore della squadra che ne ha o ne avrebbe ottenuto il possesso, se questo può essere determinato dall’arbitro; altrimenti, viene lasciato cadere a terra per un calciatore della squadra che per ultima lo ha toccato. Il pallone viene lasciato cadere nel punto in cui si trovava quando il gioco è stato interrotto".
Il nuovo regolamento specifica il punto di contatto da considerare per la tracciatura della linea di fuorigioco. Se il pallone è toccato dal piede di un giocatore di movimento, vale il primo punto di contatto; se viene giocato con le mani dal portiere, si considera invece l’ultimo punto di contatto.
Testo ufficiale:
"Deve essere preso in considerazione il primo punto di contatto con il pallone “giocato” o “toccato”; tuttavia, quando il pallone viene lanciato (con le mani) dal portiere si deve utilizzare l’ultimo punto di contatto".
MILAN, ITALY - AUGUST 17: Mike Maignan Goalkeeper of AC Milan in action during the match between AC Milan and SSC Bari - Coppa Italia at Stadio San Siro on August 17, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Sara Cavallini/AC Milan via Getty Images)
Una delle novità più discusse riguarda il tempo massimo concesso al portiere per rimettere in gioco il pallone con le mani: otto secondi, pena l’assegnazione di un calcio d’angolo agli avversari.
Per ora, la regola non è stata ancora applicata con rigore: nelle prime giornate si è preferito chiudere un occhio per favorire l’adattamento.
Testo ufficiale:
"Un calcio d’angolo viene assegnato se un portiere, all’interno della propria area di rigore, controlla il pallone con le mani/braccia per più di otto secondi prima di spossessarsene (...). L’arbitro deciderà quando il portiere ha il controllo del pallone e quando iniziano gli otto secondi, e conterà visibilmente gli ultimi cinque secondi con una mano alzata. Un portiere non può essere contrastato da un avversario quando ha il controllo del pallone con le mani/braccia".
Dall’introduzione del VAR il calcio è cambiato radicalmente. In meglio o in peggio non è dato saperlo, ma una cosa è certa: gli errori sono stati ridotti al minimo. Eppure, quando si verificano, la delusione è ancora più grande, perché l’errore umano resta inevitabile.
- L’ultimo episodio in ordine cronologico si è verificato domenica sera a San Siro, durante Milan-Bologna dello scorso 14 settembre. Sul finale, Nkunku viene atterrato due volte in area di rigore: l’arbitro concede il penalty per il secondo contatto, ma il VAR Fabbri richiama Marcenaro a una on-field review, che porta alla revoca del rigore. Un duplice errore: il VAR non solo ha impedito all’arbitro di visionare il primo episodio, sfuggito dal campo, ma lo ha anche indotto a cambiare la decisione iniziale. Una scelta incomprensibile, al punto che i vertici dell'AIA e il presidente federale Gravina hanno dovuto ammettere l’errore.
- Un altro caso emblematico riguarda ancora Milan e Bologna. Nel recupero di Bologna-Milan, rinviata a ottobre 2024 per maltempo e disputata il 27 febbraio 2025, fu convalidato un gol segnato da Castro dopo un assist di Giovanni Fabbian con un evidente tocco di mano (o polso). La rete venne considerata regolare perché, secondo la regola introdotta la stagione precedente, il tocco involontario con braccio vicino al corpo non è punibile, a meno che a segnare non sia lo stesso autore del fallo. Il VAR non intervenne per un on-field review, ritenendo valida la decisione. Una scelta controversa: resta il fatto che l’assist sia arrivato tramite un gesto comunque irregolare.
- Un episodio che fece discutere coinvolse l’Inter e Alessandro Bastoni. In Inter-Verona, le telecamere mostrarono una gomitata del difensore nerazzurro su Ondrej Duda, a palla lontana, pochi istanti prima del gol di Frattesi. Bastoni colpì l’avversario senza guardare il pallone, in un gesto antisportivo. Né arbitro né VAR intervennero, ma a partita conclusa quasi tutti concordarono: fallo da punire con punizione ed ammonizione, e gol da annullare.
- Ancora il Milan al centro di un caso da moviola: il goal dell’Udinese realizzato da Destiny Udogie con un presunto tocco di braccio. Volontario o meno poco importa: il braccio spinse il pallone in rete. L’arbitro e il VAR convalidarono la rete, giustificandosi con l’impossibilità di stabilire con certezza l’irregolarità.
- Infine, un episodio clamoroso riguarda la Juventus: contro la Salernitana venne annullato un gol a Milik per un fuorigioco inesistente. Il VAR tracciò la linea senza considerare un difensore rimasto sulla linea di fondo. Una svista macroscopica che cancellò una rete regolare e fece infuriare i bianconeri.
- Bonus track: il gol di Messias in Milan-Spezia del gennaio 2022. Ricordarlo è quasi superfluo: basti pensare che l’arbitro Serra si scusò in campo pochi secondi dopo l’errore.
Il VAR ha cambiato il calcio, ma quando sbaglia lascia ferite più profonde di quelle di un errore visto dal campo.
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