milanistichannel news milan Luka Modric dal campo profughi al Pallone d’oro: con umiltà e amore
STORIE NON SOLO DI CALCIO

Luka Modric dal campo profughi al Pallone d’oro: con umiltà e amore

Redazione Milanistichannel
Luka Modric da piccolo era milanista? "Ero milanista per via di Boban, capitano della Croazia che sfiorò il Mondiale di Francia del 1998"
00:10 min

Luka Modric eccola qua, a Milanello, parte così Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. E il fuoriclasse croato: "La vita ti sorprende sempre . Succedono cose che non avresti mai creduto possibili. Ero convinto di chiudere la carriera nel Real Madrid, invece...Questo però l'ho sempre pensato: se avessi mai avuto un'altra squadra, sarebbe stata il Milan. Sono qui per vincere".

Luka Modric, lo scudetto è possibile?

—  

"Al Milan si deve giocare sempre per vincere, solo per vincere". Già quest'anno? "È possibile. Ma è lunga. Nel calcio devi pensare partita per partita. Se cominci a programmare a distanza di mesi, ti perdi". Qual è il segreto della longevità sportiva ? Come si fa a giocare al livello di Modric a quarant'anni ? "L'amore. Amare il calcio, pensare calcio, vivere per il calcio. Il calcio, con la famiglia, è la cosa più importante che ho. Il segreto è la passione. La dieta, l'allenamento sono cose secondarie. Per restare in alto a lungo serve il cuore. Io agli allenamenti sono felice come quando giocavo da bambino" .

Iscriviti al canale WhatsApp di Milanisti Channel per leggere in anteprima tutte le notizie sul Milan. Entra a far parte di una famiglia rossonera

La storia di vita e di famiglia di Modric "Non è stata una storia facile, ma i miei genitori Stipe e Radojka mi hanno dato valori importanti: rispettare tutti, restare umile. Papà operaio, mamma sarta. L'umiltà aiuta, in campo come nella vita. Anche mio zio Zeljko è stato fondamentale per me. Lui e papà sono gemelli omozigoti, sono cresciuti in simbiosi, si sentono dieci volte al giorno  e siccome lo zio non ha figli abbiamo un legame speciale".  Suo nonno fu assassinato dai cetnici serbi. "Non amo parlare di questo, è una ferita terribile. Era il dicembre del 1991, avevo sei anni. Una sera il nonno non tornò a casa. Andarono a cercarlo. Gli avevano sparato in un prato ai margini della strada. Aveva sessantasei anni . Non aveva fatto nulla di male a nessuno. Ricordo il funerale. Papà che mi porta davanti alla bara e mi dice: "Figlio mio , dà un bacio al nonno". Ancora oggi mi chiedo: come si fa a uccidere un uomo buono, un uomo giusto? Perché ?". Perché lo uccisero ? "Perché era la guerra. Mio padre partì volontario. Noi dovemmo lasciare tutto, da un giorno all'altro. Amici, affetti, cose. Ci rifugiammo prima a Makarska, nel campo profughi dell'orfanotrofio. Poi a Zara".