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Quante polemiche dopo le dichiarazioni di Rabiot su Milan-Como a Perth, quanto caos mediatico dopo la risposta dell'Amministratore Delegato di Serie A Luigi De Siervo. Quel che però è rimasto tra i tifosi rossoneri come pensiero principale non è il botta e risposta tra un calciatore di un club e l'AD della Lega di un campionato, ma il dubbio sulle parole di Rabiot. Il centrocampista francese poteva esprimersi liberamente su una questione dirigenziale e di vertice? Oppure, come ha detto De Siervo, Rabiot avrebbe dovuto assecondare maggiormente il suo datore di lavoro, ovvero il Milan?
A chiarire quest'aspetto è stato Umberto Calcagno, Presidente del Sindaco calciatori, ovvero l'AIC, direttamente ad ANSA.
"Il problema non è rappresentato dall'eccezionalità di una gara e le legittime riflessioni di un atleta non andrebbero messe polemicamente in relazione con i suoi guadagni, ma ascoltate e accolte con spirito costruttivo".
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"Tutta la categoria ha sempre dimostrato un forte senso di responsabilità verso l'intero sistema, comprendendo la necessità di ricercare nuove fonti di ricavo - aggiunge Calcagno - Il pensiero dei protagonisti esprime una sincera preoccupazione per la loro salute e per la qualità dello spettacolo offerto; calendari troppo serrati, con conseguenti sovraccarichi di lavoro, lunghe trasferte e insufficiente periodo di recupero, influiscono negativamente su questi aspetti e solo discutendone insieme si potranno trovare soluzioni che vadano a tutela degli interessi di tutti".
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