Jens Petter Hauge ricorda il suo anno al Milan, tra emozioni, rimpianti e speranze di un futuro ritorno in Serie A.
Jens Petter Hauge, un passato breve ma intenso con la maglia del Milan, è tornato a parlare dei rossoneri ai microfoni di Sky Sport Insider. Proprio mentre un suo ex compagno, Victor Boniface, si prepara a sbarcare a Milano, l’attaccante norvegese, oggi nuovamente al Bodo/Glimt, ha ripercorso i suoi ricordi in rossonero e svelato le sue ambizioni future.
Dal 24 settembre 2020, giorno in cui con un gol e una prestazione sontuosa con il Bodo/Glimt stregò il Milan, fino al 1° ottobre dello stesso anno, quando fu ufficializzato il suo trasferimento, sono trascorsi quasi cinque anni. Eppure, per Jens Petter Hauge, il legame con i colori rossoneri resta più vivo che mai.
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Jens Petter Hauge ed il Milan: un legame indissolubile
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Il ricordo del suo arrivo al Milan è ancora vivo in lei?
"La prima volta è stata speciale. Nel giorno della firma mi sono dovuto allontanare durante un incontro con la stampa per correre in bagno per una foto con amici e parenti. Come per dire: 'è tutto vero, sono davvero qui'".
Segue ancora il campionato italiano?
"Sì assolutamente. Ho ancora molti amici in Italia. Guardo ancora le partite del Milan e faccio il tifo per loro. Mi diverto sempre a seguirli. Sono stato solo un anno, ma sono rimasto in buoni rapporti con tante persone: il Milan è come una famiglia, mi hanno fatto sentire sempre il loro supporto. E viceversa".
"So per certo che un giorno vorrò provare di nuovo un'esperienza fuori dal Bodø per mettermi alla prova in uno dei campionati più importanti d'Europa. La Serie A ovviamente è uno di questi, mi piacerebbe tanto poter avere un'altra occasione in Italia. Vedremo cosa mi riserverà il futuro'".
"Fu un grande cambiamento. Arrivando da una realtà piccola come Bodø ci furono tante, troppe, cose nuove. Credo di aver iniziato bene, poi però ho reagito nel modo sbagliato quando le cose hanno iniziato ad andare male e a giocare meno. Non sono stato in grado di reagire nel modo giusto. Ho il rimpianto di non aver saputo gestire lo stress della panchina, quando invece avrei dovuto concentrarmi per fare meglio in allenamento e continuare nel mio sviluppo. Penso sia stato un errore di gioventù. Ero giovane e non avevo mai provato una situazione del genere. Dovesse succedere oggi saprei come affrontarla al meglio".
Il rapporto con Pioli com'era?
"Ottimo. Pioli è un bravissimo allenatore e una fantastica persona. Abbiamo avuto qualche problema di comunicazione, colpa della barriera linguistica. Ma in generale il rapporto con lui è stato ottimo".
Hauge oggi è tornato a casa, al Bodo/Glimt, ma il suo sguardo resta rivolto a Milano: un legame che, forse, non si è mai spezzato.