
Jack Bonaventura, intervistato da Radio Serie A, torna anche su alcune particolari tematiche che hanno caratterizzato la sua avventura in rossonero.
Le parole di Jack...
Jack Bonaventura, intervistato da Radio Serie A, torna anche su alcune particolari tematiche che hanno caratterizzato la sua avventura in rossonero.
Come hai vissuto quella notte in cui ti trovavi tra Inter e Milan?
Bonaventura: "Quella è stata una giornata un pò stressante. Nel pomeriggio avevo avuto dei contatti con l'Inter, ma loro avevano la necessità di vendere qualche giocatore per fare acquisti. Avevamo quindi aspettato fino alle 21:00. Poi è arrivata la telefonata di Galliani, il quale mi chiese di andare a Casa Milan se volessi venire al Milan. In 5 minuti trovammo l'accordo. Anche perché Percassi non ebbe pretese folli. E' stata una giornata intensa che difficilmente dimenticherò".
Si dice che, Christian Brocchi fosse uno dei pupilli del presidente Berlusconi, in realtà si dice anche che Jack Bonaventura fosse uno di quei pupilli. Ti ricordi il tuo primo incontro con lui?
Bonaventura: "Si, mi ricordo. La sera in cui firmai il contratto con il Milan, mi disse che si era informato tramite i suoi amici di Bergamo su di me ed era molto contento di avermi acquistato. Poi, mi fece la battuta sul fatto che non avessi orecchini, creste o tatuaggi. Avevo un bellissimo rapporto col Presidente Berlusconi, una persona veramente eccezionale e con un grande cuore. In più, aveva tanta stima di me, ciò diede molta carica per fare del mio meglio".
Con un gol segnato nei tempi regolamentari e il rigore trasformato, la Supercoppa vinta, è il più bel ricordo della tua esperienza rossonera?
Bonaventura: "Sono stati tanti i momenti belli, così come le stagioni travagliate. Sicuramente, in quel caso abbiamo vinto un trofeo e quando lo fai rimani nella storia. E' stata una serata bellissima e in più feci gol. Giocammo contro una Juve stellare, molto più forte di noi, facendo una gran partita portandola ai rigori. E' stata una grande soddisfazione".
Eri anche molto amato dai tifosi del Milan, quando sei andato via non la presero benissimo
Bonaventura: "Sono stato sei anni al Milan e ho giocato tante partite. Ho sempre dato il massimo, nonostante ci siano stati un pò di cambiamenti sia societari che di allenatori. Ho sempre cercato di fare del mio meglio anche perché, per me, entrare a San Siro era un qualcosa che mi dava una carica e un'adrenalina incredibile. Penso che la gente lo abbia apprezzato. Ho un ricordo spettacolare di quegli anni. Mi ricordo poi, che le ultime partite in cui ho giocato a San Siro, erano durante il periodo di lockdown. Lo stadio era, dunque, vuoto. Quando tornavo a casa mi sognavo San Siro con la gente, talmente mancava la loro spinta.
Il momento più difficile nella tua avventura al Milan?
Bonaventura: "Ce ne sono stati tanti. Ho sofferto tutti quei cambi di allenatori, societari e anche nella squadra. Ciò nonostante, dentro di me, ho sempre avuto la sensazione che il Milan da un anno all'altro sarebbe potuto ritornare a vincere il campionato, o magari, lottare per vincere la Champions. Invece, sono sempre state delle annate difficili con dei problemi. Però, sono state talmente tante le cose positive, che parlare di quelle negative (si ferma). Quando giochi al Milan non puoi essere infelice o insoddisfatto, perché comunque è una squadra incredibile con una tifoseria eccezionale e uno stadio strepitoso."
Tanti bei ricordi, purtroppo anche qualche ricordo amaro con la Fiorentina. Quanto ti ha aiutato l'esperienza al Milan per divenire leader e trascinatore, a Firenze?
Bonaventura: "Diciamo che, venivo da un'esperienza in una società grandissima come il Milan. Sono arrivato alla Fiorentina, che era una realtà differente, dove era appena arrivato Commisso. Io avevo già parecchia esperienza in Serie A, ai temi la Fiorentina era anche una squadra abbastanza giovane, non ho avuto dunque problemi ad ambientarmi. All'inizio, con Iachini, abbiamo messo le basi di quello che poi ha fatto Italiano negli anni successivi".
Hai avuto anche un'esperienza con Sinisa Mihajlovic dove aveva anche iniziato in maniera un po brusca. Siete poi riusciti a trovare una bella empatia
Bonaventura: "Lui era arrivato molto duro e metterci alla prova. Per capire chi potesse essere forte come lui ed essere uno dei suoi soldati. Se vedeva però, che poteva fare affidamento su di te, ti dava il cuore. Era duro all'inizio ma quando entravi nelle sue grazie ti concedeva, anche, parecchio.
Il compagno con il maggior senso del gol?
Bonaventura: "Forse Higuain quando abbiamo giocato al Milan insieme. Oltre a lui, anche Bacca. Non posso non citare Ibrahimovic, un altro attaccante top. Questi tre sono stati i più forti".
Con chi avevi più feeling in campo?
Bonaventura: "Al Milan mi trovavo bene con Calhanoglu e Suso."
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