L'EX ROSSONERO ED EX NERAZZURRO

Leonardo rievoca Paolo Maldini: “Al Milan manca la passione”

Leonardo Maldini
Leonardo racconta la sua carriera e lancia accuse e frecciate al club rossonero, parlando di Paolo Maldini...
Redazione Milanistichannel

Una serata fra ricordi, aneddoti e retroscena, con decine di giovanissimi atleti, i loro papà e gli allenatori con Leonardo Nascimento de Araujo (per tutti Leonardo). Una serata vissuta dai ragazzi del G.S. Villa presso il teatro della Parrocchia Cristo Re di Milano. Un incontro "formativo" quello con Leonardo, raccontato da Giulio Mola su Il Giorno.

Quante domande...

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Come quella a Leonardo se in panchina, ha mai avuto momenti di difficoltà per farsi capire dai suoi giocatori? "Si, certe situazioni le ho vissute, anche se l'allenatore l'ho fatto poco. Ho cominciato col Milan in un momento particolare: Kakà era stato venduto, Maldini aveva smesso. Insomma, parecchie novità. Iniziai l'annata senza vincere per 5-6 partite. Tutti mi invitavano a non condividere con i calciatori scelte o sistemi di gioco e io invece andavo in palestra e dicevo... "giochiamo in modo spericolato e rischiamo". In realtà i difensori non volevano (sorride, ndr) ma col tempo digerirono l'idea. Vero, fu un azzardo, ma in tanti dicevano che il "4-2-fantasia" era bello e divertente. Tutto cominciò nella terza partita di Champions a Madrid, avevamo schierato una squadra molto sbilanciata in avanti e vincemmo 3-2. Mai successo al Bernabeu...".

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Oggi servirebbe un po' di milanismo in più dentro e fuori lo spogliatoio..."Ma c'era, si chiamava Paolo Maldini e da dirigente ha vinto uno scudetto ed è arrivato in semifinale di Champions. Poi è stato mandato via, e con lui un grande pezzo di passione. Oggi se ne sono accorti tutti, il Milan è vuoto, senz'anima. Ma sono cicli, passerà. Anche perché credo che in società abbiano capito di aver sbagliato".

Leonardo ha anche raccontato di quando, da giovane calciatore, era "folgorato" dai suoi punti di riferimento... "Ho avuto la fortuna di giocare col Flamengo che ha vinto tutto e ho esordito in quella squadra. Zico era il simbolo, il campione a cui mi sono ispirato. Perché Zico aveva umiltà e tutti lo ammiravano. Ho giocato col San Paolo, affrontando pure il Milan. In panchina c'era un mito come Telé Santana, e poi cento partite vinte di fila. In quella squadra avevamo solo belle certezze".