Alexandre Pato, ex attaccante del Milan, ha rilasciato una lunga intervista in cui ha rivelato molti retroscena della sua esperienza in rossonero.
CON IL BRILLIO NEGLI OCCHI
Le mie gioie, le mie paure: Pato racconta Milanello, di ieri e di oggi
La storia dell’ex baby prodigio
—L’ex numero 7 rossonero si è raccontato ai microfoni di Gianluca Gazzoli, host del celebre podcast The BSMT. Queste le parole di Alexandre Pato: “Sono tornato a Milano dopo oltre 11 anni e ho ricevuto tantissimo affetto e cerco sempre di restituire tutto l’amore che ricevo. Ho fatto ritorno anche a Milanello, alcune cose sono cambiate, ma mi oriento ancora bene, è stato bello rivedere alcune persone che lavorano ancora a Milanello e che c’erano già quando mi allenavo io. Mi ricordo il primo infortunio, la sensazione fu quella di essere colpito da un cecchino. Poi sono arrivati tutti gli altri. In quel periodo non ho avuto modo di lavorare bene sul mio fisico. Ho giocato quando non ero in condizione. A un certo punto avevo paura di scendere in campo. Anche mentalmente è stata dura".

Su Ibra: “Penso che sia l’uomo giusto per il Milan. Io lo ho vissuto come compagno ed era divertente e gentile, ora in questa nuova veste da dirigente deve essere anche serio e professionale. Non è facile lavorare sotto pressione, ha bisogno di tempo. La rissa con Onyewu è stata brutta, poteva finire anche peggio, è stato difficile separarli, per fortuna è intervenuto Gattuso. Sembravano due gladiatori al Colosseo. Leao e Cassano? Leao è un personaggio. Ho tanta stima nei suoi confronti. Il portoghese ha la possibilità di riportare il Milan a vincere, spero che segni tanti gol, faccio il tifo per lui. I complimenti di Cassano fanno sempre piacere. Una volta per scherzare gli ho toccato i capelli, in diretta durante un’intervista. Non posso ripetere quello che ha detto ma si è arrabbiato tantissimo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA