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CARA ITALIA COSI' NON VA...

Costacurta e il calcio italiano: “Non ci si sporca la maglia e non ci si stringe la mano”

Costacurta
Chi è stato il maestro di Costacurta in campo e fuori? "Franco Baresi. È stato un grande insegnante. Per me, per Paolo Maldini, per tanti altri".

Alessandro Costacurta non ha mai lasciato la maglia del Milan... E lui lo ha confermato in una intervista a Il Giornale: "A 35 anni ho avuto un'offerta da una squadra americana. Era un'occasione. L'ho rifiutata. Tutti dicevano: bravo, sei stato un grande, sei attaccato al Milan, tutta la carriera al Milan...È solo che volevo restare nella mia Milano, coi miei amici, con la mia famiglia, la mia fidanzata, i miei compagni di squadra: la mia comfort zone".

Il rimpianto

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Ancora Billy: "Sì. È un mio rimpianto. Avrei fatto un'esperienza importante, sarei una persona diversa da quello che sono. Forse migliore". Quando si è accorto che sarebbe diventato un simbolo del Milan? "Quando mi hanno dato la targa per le 400 presenze". Si è sentito importante? "Mi sentivo più importante quando salvavo un gol e aiutavo la squadra a vincere".

La mentalità italiana...

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"Io giocavo con 15 italiani ed eravamo la squadra più forte al mondo. Oggi mi pare che il Milan abbia un solo italiano titolare: Gabbia".  Come mai? "Sono stato in Slovenia e mi chiedevo come potessero nascere tanti campioni in uno Stato così piccolo. Un allenatore di lì mi ha detto: "Perché qui i ragazzini giocano per ore e ore e si sporcano col fango. Da voi no. Le magliette restano pulite". Forse ha ragione lui".

Costacurta

"Oggi tutto è diverso. Noi giocavamo il derby e con molti giocatori dell'Inter eravamo amici. Con Ferri, con Bergomi, con Zenga, con tanti altri avevamo giocato insieme alle giovanili, ci conoscevamo da anni. Se uno faceva fallo l'altro gli stringeva la mano, poi ci incontravamo al ristorante, in discoteca. Era diverso. Oggi la maggior parte dei giocatori sono stranieri, stanno qui due o tre anni e poi vanno via, c'è molta più estraneità. Io giocavo con persone che conoscevo, che stimavo".  Ritiene di essere stato un buon padre? "Mio figlio ha attraversato un momento molto, molto difficile. Ci siamo aiutati uno con l'altro. Lui, io, mia moglie. Io in quei giorni ho scoperto la forza incredibile di mia moglie. Marti ha una capacità di protezione del figlio pazzesca. Ho capito che la donna per certe cose è un essere superiore. Ha delle capacità incredibili. Senza di lei non so come avremmo fatto. Come si è presa cura del figlio, e anche di me... Io guardavo mia moglie e mi dicevo: "Ma guarda questa donna cosa ha dentro!". Io ho avuto momenti terribili, lei un gigante!".