Intervista a Gianluigi Nuzzi, giornalista e conduttore di Quarto Grado, la trasmissione cult sul crime italiano con tante esclusive. Nuzzi vive il Milan dall'esterno, ma ha un cuore rossonero che batte molto forte: "Come diceva il grande poeta del '900 Clemente Rebora abisso invoca abisso, la scala prevede sempre un ultimo gradino, insomma, peggio di così non si poteva andare. La Supercoppa è stata un anestetico, di quelli che funzionano solo per un pò e poi ti torna il mal di testa. A noi milanisti restano speranza e passione, la passione è nel Dna. Parafrasando il Vernacoliere, hanno scoperto il Dna che fa nascere interisti, speriamo che in futuro ce ne siano di meno, scherzo naturalmente, lo dico con il sorriso, ho tanti amici interisti. Ecco loro non sono messianici come Ibra ma sono missionari come il nostro Papa, in questo senso condivido poco l'autocelebrazione e il credersi un gradino sopra o sotto Dio da parte di Ibra".
IL GIALLO ROSSONERO DA RISOLVERE
Gianluigi Nuzzi fa il Quarto Grado al Milan: “Ecco secondo me chi è il colpevole”


Ancora Nuzzi in esclusiva a MilanistiChannel.com: "Immagino il contraccolpo psicologico di questa stagione su Theo. E' un ragazzo particolare Theo, bisogna saperlo prendere alla Conte. Il grande capo raffigurato da Ibra è invece qualcosa di medievale. Se è lui il colpevole? No, siamo tutti colpevoli, non voglio buttare la croce addosso solo a Ibra".
Ecco il motivo...
—Nuzzi: "Dico una cosa blasfema: quando incontro Marotta, lui ha il sangue negli occhi, lui studia Inter 24 ore su 24, noi non facciamo la stessa cosa. Sono milanista e lo sarò tutta la vita, ma dopo aver goduto tanto con il Dottore, con Berlusconi, oggi ragioniamo al passato remoto. Bisogna avere quella fame lì, di Marotta".
E in campo...
—"Abbiamo preso certi gol, soprattutto nel periodo Fonseca, e vedevo che la squadra non reagiva. In campo, non ho visto nessuno mangiare l'erba quest'anno. Siamo tutti responsabili, perchè siamo ipercritici, avendo alle spalle tutta una serie di grandi momenti mondiali, per questo il problema è che l'asticella si alza ed enfatizziamo tutto. Così fanno i giornalisti sul Milan, si divertono a fare psicodrammi e ad enfatizzare tutto. Gigio Donnarumma ad esempio, non è andato via per soldi, lui pativa moltissimo tutte le ripercussioni anche social, cose che psicologicamente incidono".

Sul futuro rossonero, il conduttore del notissimo programma di Rete 4: "Per il futuro? Mi auguro che la proprietà faccia investimenti su progetti che comprendano severità, rigore, mi auguro che Tare abbia gli attributi che servono, mi auguro si tengano elementi importanti, se no altrimenti scendiamo una rampa non solo uno scalino. Leggo molte cose di mercato, diffuse anche da chi ha interesse ad alzare prezzi e quotazioni, però noi abbiamo signori giocatori. Anche se Emerson Royal è stato un errore e dobbiamo tenerne conto. Joao Felix invece, ad esempio, nelle ultime partite mi è piaciuto, è un elemento su cui riflettere".
E infine: "L'allenatore? Prima la squadra, chi non funziona va mandato a casa, c'è molto da sistemare. Abbiamo una appetibilità ridotta, quest'anno abbiamo perso tutti i treni, ci resta il pedalò per l'estate, l'allenatore che viene da noi deve avere tanta grinta, rischiamo il buio che i nostri cugini hanno vissuto per tanto tempo e che noi in fondo non ci meritiamo".
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