Il 5 maggio è anche altro...

Il nostro 5 maggio: la qualificazione alla Champions League nel 2002

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Il 5 maggio 2002 è una data chiave nella storia del Milan; si raggiunse una qualificazione alla CL fondamentale per il ciclo dei Meravigliosi
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mbambara Vice direttore 

Il 5 maggio 2002 è da tanti evocata come la celebre data in cui l’Inter di Hector Cuper perse, clamorosamente, lo scudetto all’Olimpico di Roma, travolta per 4-2 dalla Lazio, all’epoca allenata da Alberto Zaccheroni.

Dinamo-Zagabria-Milan

Eppure il 5 maggio del 2002 è stata anche la data in cui il Milan ha centrato una qualificazione ad una Champions League particolarmente importante nella storia rossonera. Quel quarto posto infatti consentì alla squadra di Carletto Ancelotti di iniziare il ciclo, poi soprannominato dei “Meravigliosi”.

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I travagli di quella stagione fino al 5 maggio 2002

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La stagione 2001-2002 non era stata semplice per il Milan. Anzi, possiamo dire che fu una delle stagioni più complesse nella storia rossonera. Le turbolenze erano inevitabili dopo una delle campagne acquisti più dispendiose in assoluto, con gli arrivi di Inzaghi e Rui Costa.

Rui Costa

Ad un certo punto, nonostante il cambio in panchina da Terim ad Ancelotti, la stagione appariva compromessa. A marzo, dopo una brutta sconfitta a Bologna, il quarto posto appariva una chimera e tanti giocatori della rosa venivano messi in discussione.

Il rientro di Inzaghi dall’infortunio e la proposizione di Pirlo fra i titolari furono le due mosse che consentirono ad Ancelotti di invertire la rotta. Con 14 punti nelle successive 7 partite, il Milan era ad un passo dalla qualificazione alla Champions League.

L’ultima partita, in casa, vedeva il Milan affrontare un Lecce ormai retrocesso. Impegno semplice, ma da non sottovalutare. Spesso sono gli avversari senza obiettivi a creare i grattacapi maggiori, proprio perché non hanno nulla da perdere.

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Il Milan di Ancelotti però fu bravo a prevenire qualsiasi problema. Il primo tempo si chiuse 2-0 per il Milan (reti di Kaladze e Ambrosini) e nella ripresa il terzo sigillo di Shevchenko (che non segnava da mesi), chiuse ogni discorso.

A fine gara il Milan festeggiò tantissimo quel quarto posto. Lo stadio era carico ed esaltato per le notizie provenienti dall’Olimpico, ma nell’aria c’era la sensazione che quel traguardo appena raggiunto poteva essere un punto di partenza molto importante per creare un ciclo.