Ibra torna sullo Scudetto del 2022: "Quell'anno a inizio stagione ho chiesto: quanti hanno vinto qualcosa? Hanno alzato la mano in uno, forse due. E quanti hanno giocato in Champions? Di nuovo, uno-due. Era un gruppo che aveva bisogno di un giocatore alfa, un leader. Era tutto un "Ibra andiamo a destra o a sinistra?" Quando perdevamo dicevo "mandate solo me a parlare" così lasciavamo la squadra tranquilla: per me era come fare colazione. È nato un gruppo che ha cominciato a volare. Quando abbiamo vinto lo scudetto li ho visti piangere, è stata la soddisfazione più bella. Ma io lo avevo detto subito il primo giorno".
IL PERCORSO DEL MILAN
Scudetto? Ibra non ci gira attorno: “Crediamoci, tutti insieme”

Ibra dal mercato al DNA del Milan e su Milanello...
—"La società è stata molto brava a vendere bene giocatori non nel progetto o per altri motivi, ha preso un allenatore che dà equilibrio e stabilità. E ha portato quello che mancava, esperienza. Adesso si può solo crescere". "Il Dna del Milan è vincere, soprattutto in Europa, e là dobbiamo tornare. Nessuno vuole cambiare il Milan, la sua cultura. Anche perché le do una regola: nessuno cambia il Milan, è il Milan che cambia te. A Milanello senti profumo di vittoria, dopo che sei stato lì non resti lo stesso. A Milanello, dal cuoco al giardiniere, tutti fanno in modo che ci siano le condizioni per fare il meglio".
Modric in questo Milan?
—Ibrahimovic parla di Modric: "Siamo diversi , lui è leader in campo, fuori si prende poco spazio, ma ha portato l'esperienza che mancava. Anche se non avesse giocato da "wow" solo standogli vicino ti dà qualcosa. Se sono stupito? No, lui gioca così da vent'anni. Molti restano al top due anni poi non li vedi più . Altri stanno in alto per vent'anni e sono i veri campioni anche se non vincono il Pallone d'oro: uno ce l'ha di fronte. Rabiot? Doveva venire un anno fa, ci avevamo provato ma voleva giocare in Francia".
Ibrahimovic: Su Pavlovic, Gimenez, Jashari e Ricci
—Sempre Zlatan: "Pavlovic può crescere ancora. Gimenez appena si sblocca farà un sacco di gol. Jashari è un top. E anche Ricci crescerà: la squadra è un giusto mix di presente e prospettive. Allegri? Il suo primo trofeo gliel'ho fatto vincere io. In quel Milan erano tutti campioni, la cosa difficile era mandarli in panchina. Lui era molto bravo a gestire. Adesso è diverso, ci sono meno ego da fuoriclasse. E Allegri ha fatto il suo percorso, ha già vinto tanto, sa come si fa".
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Lo Scudetto, il confronto con Napoli, Inter e Juve? No
—Napoli, Inter, Juve? "Non guardo gli altri, ma non per arroganza, perché se dipendo dagli altri vuol dire che non sono abbastanza forte. Devo diventare forte io e gli altri devono guardare me. Chivu? Lo conosco dai tempi dell'Ajax. Era una squadra di talenti, lui era il più maturo. Avanti mentalmente e come persona. È stato un campione, come allenatore è presto per giudicare , gli mando un in bocca al lupo ma non deve vincere...". La parola scudetto ? "Se ci credo? Sì, dobbiamo crederci tutti. Ma è un processo, è un lavoro di team. Un attimo: Ibra è ancora Dio. Se ero in campo avevo tutte le risposte, in tribuna soffro per non poter aiutare la squadra. Non ho obiettivi personali, tutto quello che faccio è per il Milan".
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