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Giovanni Galli, un cuore diviso a metà: “Sono un tifoso viola, poi è chiaro che il Milan è nel mio cuore, come del resto Napoli e Torino. Sono arrivato alla Fiorentina a 13 anni e sono andato via a 28 per poi ritornare nel momento del bisogno, quando nel 2002 nessun ds voleva venire qui per ricostruire dalle macerie. E poi, abbiamo scelto di vivere a Firenze...”.
“Una sorpresa e una grande emozione per quello che ho fatto e vinto in rossonero”. Però il viola... “E’ qualcosa che ti resta dentro, in fondo con il giglio sul petto ho vinto un Mondiale, partecipato a un altro e a un Europeo”, risponde Giovanni Galli nell'intervista de La Nazione.
“Mi sento più vicino a De Gea, anche per il suo fisico che mi somiglia. In questo momento lo spagnolo ha il vantaggio rispetto a Maignan di aver fatto 10 anni di Manchester United. Il francese ha talento, si è affacciato da tre anni al Milan; certamente il futuro è suo”.
Pioli e la Fiorentina, qual è il suo giudizio sul momento viola? “Questa Fiorentina ha iniziato un percorso complesso. L’arrivo di Italiano ha trasformato un gruppo depresso in una squadra che funzionava, poi Palladino ha scelto un gioco di rimessa. Ora Pioli spinge per una Fiorentina che torni a essere padrona del gioco. Quindi il processo di riportare i giocatori a essere protagonisti non è semplice. Lo dico per esperienza diretta. Quando arrivai al Milan, c’erano ancora i retaggi delle idee precedenti di Nils Liedholm. Sacchi faceva fatica a cambiare la mentalità di tutti. Iniziammo con difficoltà, fummo eliminati dall’Espanyol di Uefa e pareggiammo con la Samp”.
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