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Gimenez non è come Batistuta anche fuori dal campo

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Il primo a parlare di un infortunio avvenuto mesi fa è stato il papà due giorni dopo Atalanta-Milan, adesso lo fa Gimenez, ma il club dov'è?
Mattia Giangaspero
Mattia Giangaspero Direttore responsabile 

C’è qualcosa che non quadra in questa storia, e non c’è bisogno di entrare nella sfera del complottismo per pensarla in questo modo. Letteralmente, non tornano diversi aspetti della comunicazione della “famiglia” Gimenez in merito all’infortunio alla caviglia. Dico famiglia perché ha parlato anche il padre del calciatore, professionista e 24enne.

Inoltre, aggiungo: speriamo anche che questa storia non quadri, perché se fosse tutto regolare, beh… allora, a livello comunicativo, il Milan perderebbe assoluta credibilità su tutti i livelli.

Partiamo analizzando il caso dell’infortunio punto per punto, come se fosse un semplice compitino da scuola elementare. Almeno così nessuno viene distratto da fanatismi vari, fedi calcistiche o cose del genere.

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La comunicazione dell'infortunio di Gimenez è insolita: un messaggio social?

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Primo punto.

Gimenez comunica sui social, alle 23:45 del 4 novembre, del suo infortunio — letteralmente una settimana dopo essersi fatto male contro l’Atalanta. Santi racconta che, in realtà, l’infortunio non sia nato a Bergamo, ma prima.

E aspettate un attimo… prima non di qualche giorno, tipo in allenamento a Milanello, come può succedere. È accaduto, ad esempio, a Jashari ad agosto, proprio a “causa” di Gimenez, come disse Allegri in conferenza stampa.

L’infortunio, sempre stando a quanto raccontato da Gimenez, nasce “diversi mesi prima”. Ed è proprio questa affermazione a essere aberrante, in quanto danneggia ai massimi livelli tutto il Milan.

La gestione degli infortuni del Milan e di Allegri: Gimenez diventa l'eccezione?

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Il Milan di Allegri ha già avuto diversi infortuni. Molti giocatori, soprattutto per colpa della gestione delle Nazionali, si sono fatti male. C’è chi è stato out a causa di lesioni, chi per fastidi muscolari di minor entità. Ma vi ricordate una sola volta che Allegri abbia voluto rischiare di far giocare, anche solo per qualche minuto, un giocatore infortunato? Non è stato rischiato mai nessuno.

Leao poteva essere pronto per tornare a disposizione con l’Udinese o con il Lecce. Anche Maignan, a Udine, avrebbe potuto giocare. Per non parlare di Pulisic contro la Roma.

Jashari aveva recuperato regolarmente, ma non era in condizione e, per questo, non è neanche entrato un minuto per prendersi gli applausi di San Siro.

Estupiñán, per una lieve distorsione alla caviglia, è stato fuori due settimane.

Nkunku, per un semplice ritardo di condizione, ha giocato pochissimo per tante partite. Praticamente è tornato — anche se non in forma al 100% — contro la Roma.

Il Milan ha obbligato Gimenez a giocare da infortunato

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E adesso Gimenezvuole far credere che il Milan e Allegri, consapevolmente, l’abbiano obbligato a giocare da infortunato per mesi?

Che poi, quali sono questi mesi? Settembre e ottobre, per forza, visto che il campionato è iniziato a metà agosto. Perché, se così non fosse, vorrebbe dire che o Gimenez sia arrivato a Milanello, il 5 agosto, già infortunato, o che si sia fatto male tra Bari, Cremonese e Lecce.

A questo dubbio non è possibile dare risposta, al momento. E prima di passare al punto tre, per capirne il motivo, chiudo il punto due con un’altra domanda — giusto per essere imparziali.

Gimenez decide di andare in Nazionale e non restare a Milanello a settembre

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Mettiamo che sia stato Gimenez a non volersi fermare: sicuramente non poteva tenere all’oscuro il Milan e il suo staff del proprio infortunio. Allora, però, sia il Milan che Allegri non sono riusciti a obbligare Gimenez a fermarsi?

Lo stesso Gimenez che sa di essere infortunato da mesi e accetta comunque la convocazione della sua Nazionale, anziché restare a Milanello due settimane per tornare in forma? Tutto questo, dopo essere già arrivato il 5 agosto?

Il comunicato del club dov'è? Da quando è il giocatore a raccontare del suo infortunio per primo?

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Punto tre.

Non possiamo sciogliere i dubbi perché, per la prima volta — ci sono prime volte in tutte le cose — il club non ha rilasciato alcun tipo di comunicato, né formale né informale/ufficioso, in cui venga annunciato l’infortunio e la sua entità.

È letteralmente la prima volta che accade. Anche nel Milan Primavera e nel Milan Futuro, dove ci sono stati infortuni quest’anno, è sempre stato il club a comunicare tutto.

E attenzione a una distinzione: questo post non arriva appena dopo una gara giocata, in cui il giocatore si infortuna. Questo post arriva preparato e studiato, una settimana dopo.

Mi auguro almeno che, in questa settimana, Gimenez abbia già iniziato le cure; ma anche qui non è dato sapere nulla, visto che il club non ha comunicato nulla.

Gimenez dopo il papà e la scusante delle prestazioni negative

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Punto quattro.

Gimenez ha deciso di parlare dopo il padre, raccontando sostanzialmente — con forme diverse — lo stesso concetto indiretto: “Gioco da infortunato, per questo non sto performando.”

Qui lascio un mio giudizio personale: un padre parla al posto del figlio e del club, di un fatto interno al club? Perché l’infortunio è un fatto da gestire internamente al Milan. E Gimenez, in quanto figlio, professionista e protagonista, glielo consente? Ma siamo all’Asilo Mariuccia?

Nessun complottismo, ma l'infortunio di Gimenez è una storia strana

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Non voglio pensare che questo infortunio non esista — lì sì che entreremmo nella sfera del complottismo. Magari però l’infortunio non è così grave, magari non è accaduto mesi fa. Anche qui, per forza di cose uno deve porsi le domande, visto che il club ancora non ha comunicato nulla. 

Però mi sembra tutto molto strano, quello che è accaduto intorno a questa vicenda. Troppe cose non quadrano. E ripeto: mi auguro che non quadrino mai, perché se così non fosse, allora vorrebbe dire che il Milan, per Santi, abbia adottato strategie di comunicazione veramente insolite, quasi futuristiche.

L'aspetto mentale: la storia delle infiltrazioni di Batistuta

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Tutti conosciamo la storia di Batistuta e delle infiltrazioni per continuare a giocare e non saltare nessuna gara, nonostante il forte dolore alle caviglie e ai tendini.

Anche qui il concetto non riguarda l’infortunio di Gimenez, che possa essere superabile con semplici infiltrazioni — il calcio è cambiato, e per fortuna oggi si guarda attentamente alla salute dei giocatori.

Il discorso qui è diverso, e riguarda la testa e la mentalità. A Gimenez, in questo avvio di stagione, è mancato tutto o quasi tutto dal punto di vista del campo. Sicuramente gli è mancato il gol e, quindi, restare fermo può fare solo bene a lui… e anche al Milan, aggiungerei. Però anche in questa vicenda Santi dimostra che il problema, oltre che tecnico, sia temperamentale.

Con Leao, Nkunku e Pulisic non c'è più spazio e allora puff

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Quel voler mettersi in gioco quando le possibilità iniziano ad azzerarsi — visto che Leao sta tornando, Nkunku contro la Roma ha dimostrato qualità che Gimenez non ha mostrato in tutte le 12 gare giocate, e Pulisic, dopo la sosta, sarà di nuovo titolare — Santi non ce l’ha ancora. E non averlo all’alba dei 25 anni… è grave.