Dieci ore senza un gol. 648 minuti di nulla per Santiago Gimenez. L'attaccante che doveva incarnare il nuovo volto del Milan da Ibrahimovic del primo Allegri e che, invece, oggi rappresenta il simbolo di una crisi identitaria profonda della zona offensiva rossonera.
NUMERI DA DIFENSORE, NON DA ATTACCANTE
Gimenez a digiuno di gol da 10 ore consecutive e da 648 minuti in Serie A

L’attaccante messicano, arrivato tra grandi aspettative, non ha ancora segnato un gol in Serie A nella stagione 2025-26 e i suoi unici acuti restano un assist contro il Bari in Coppa Italia e un gol contro il Lecce, anch'esso in Coppa Italia. Il primo datato 16 agosto, l'altro datato 23 settembre. Da allora, il vuoto.
Che tipo di attaccante è? In cosa spicca, cosa sa fare?
—La domanda che aleggia a Milanello è una sola: che tipo di attaccante è Gimenez? Non è un bomber d’area, non è un fantasista, non è un pivot. In questo momento, sembra tutto tranne che un centravanti. Tocca pochissimi palloni — in media 15-20 a partita — e raramente riesce a incidere nel vivo del gioco. La sensazione è che non abbia ancora trovato un ruolo preciso né dentro né fuori l’area di rigore.
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Gimenez, fin qui un disastro: il nulla cosmico
—I numeri sono impietosi: zero gol in campionato, una sola giocata decisiva in Coppa, e nessun segnale di risveglio. Addirittura, diversi difensori della Serie A hanno segnato più di lui. Siamo a ridosso della delicata gara contro la Roma del 2 novembre, il Milan si ritrova con un attaccante che sembra aver smarrito se stesso. Gimenez non è soltanto a secco di reti: è a corto di identità, e finché non la ritroverà, anche il Milan resterà incompiuto. Chissà che la botta alla caviglia possa aver dato una forma migliore al piede per colpire il pallone.
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