Oggi l'Italia volta pagina: Gennaro Gattusosiede per la prima volta sulla panchina della Nazionale come Commissario Tecnico. Un debutto atteso, che segna l'inizio di un nuovo ciclo azzurro, ma che ha dentro di sé qualcosa che va oltre il semplice calcio. Perché quando si parla di Gattuso, inevitabilmente si parla di Milan.
GATTUSO AL VIA
Gattuso debutta in Nazionale: un cuore rossonero al servizio dell’Italia

Dal cuore di San Siro alla guida dell'Italia
—Rino è stato molto più di un centrocampista: ha rappresentato lo spirito milanista al meglio, dimostrandosi sempre un punto di riferimento in campo e nello spogliatoio. Con il Milan ha conquistato una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, due Scudetti, due Supercoppe Uefa, due Champions League e un Mondiale per Club. Ma ha soprattutto incarnato quei valori che i tifosi mettono sempre al primo posto: grinta, sacrifico e appartenenza.
Ora Gattuso avrà il compito di portare questa identità anche in Nazionale. Nelle sue prime conferenze da ct ha parlato di responsabilità, spirito di squadra, rispetto per la maglia: concetti che a Milanello erano il pane quotidiano.
Il dna vincente di Milanello da portare in Nazionale
—La grande eredità che Gattuso porta con sé è quella della mentalità vincente. Cresciuto negli anni d'oro del Milan, ha potuto lavorare quotidianamente con campioni del calibro di Maldini, kakà, Shevchenko, Pirlo e tanti altri. Come ha lui stesso dichiarato, in quegli anni ha capito che il talento non basta senza il sacrificio. E' questo il messaggio che vuole trasmettere ai giovani azzurri: correre, lottare, crederci fino all'ultimo. Proprio come faceva lui, quando a San siro cercava di trascinare la squadra anche nei momenti più difficili.
Oltre la Nazionale: l'esperienza di Gattuso da allenatore al Milan
—Gennaro Gattuso per il Milan non è solo un calciatore. I tifosi rossoneri hanno già avuto l'opportunità di vederlo all'opera con le vesti di allenatore. Dopo un periodo nelle giovanili rossonere, il 3 dicembre 2017 debutta sulla panchina rossonera, dopo l'esonero di Vincenzo Montella, con un tragico 2-2 contro il Benevento. Nei mesi seguenti la squadra sembra iniziare a incarnare lo spirito dell'allenatore migliorando notevolmente sotto l'aspetto caratteriale, e il derby di Coppa Italia vinto ai supplementari con il gol di Cutrone ne è la prova.
Nella stagione seguente, la squadra continua a dimostrare una crescita costante, e, nonostante una rosa non eccelsa, arriva a sfiorare la qualificazione in Champions League per un solo punto.
La sua esperienza da allenatore del Milan durò fino a maggio del 2019, e, pur senza portare trofei, con lui i rossoneri ritrovarono quella grinta e compattezza che negli anni precedenti raramente si erano viste. L'avventura da tecnico rossonero fu un banco di prova duro, ma che confermò ancora una volta il legame indissolubile con il Milan.
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