di Roberto Dupplicato -
NEI PANNI DI MAROTTA...
TACKLE DURO – Il derby dei media su Conceicao che batte Inzaghi
L'Inter aveva tutto da perdere e alla fine ha perso tutto. Avanti due a zero nel secondo tempo si è fatta rimontare e sconfiggere nei 90 minuti per 3-2 da un Milan che una settimana fa era derelitto, senza allenatore e con lo spogliatoio in fiamme. "Non conta la tattica, conta la fame", hanno detto ieri i calciatori rossoneri dopo aver messo il trofeo in bacheca, e il messaggio era rivolto indirettamente a Simone Inzaghi, incapace di trasmettere le giuste motivazioni alla sua squadra e che quest'anno è riuscito nell'impresa, titanica, di perdere sia col Milan di Fonseca che con quello di Conceicao.
Gli errori dell'allenatore dell'Inter sono evidenti
Oltre ad aver disinnescato tatticamente Lautaro che da arma letale è diventato un centrocampista in più, ha dei problemi a sviluppare il gioco senza Calhanoglu. Il leader turco è uscito per infortunio alla mezz'ora del primo tempo, da quel momento l'Inter non riesce più né ad attaccare né a difendere come vuole. Un problema enorme, considerando che l'allenatore guida l'Inter da quattro stagioni, quattro: non da quattro giorni come Conceicao.
Stavolta anche la critica che ha sempre osannato l'allenatore dell'Inter deve muovere le sue accuse, come è possibile che Asllani, Frattesi e altre "riserve" non siano ancora a livello dei titolari almeno tatticamente? E poi perché se Calhanoglu migliora le sue prestazioni rispetto al periodo milanista, tutti danno meriti a Inzaghi, ma se Asllani, Frattesi o Zieliński sembrano involuti, nessuno dice che la colpa sia del tecnico? Vivere in una campana di vetro mediatica dove nessuno può criticarti, è un male per Inzaghi, che onestamente in questi anni non ha fatto un lavoro dello stesso livello di quello fatto da Marotta e Ausilio, capaci di regalargli una squadra di primissimo livello anche in campo internazionale. Ora mettetevi nei panni di Beppe Marotta che già nel 2022 ha visto vincere Calabria e Saelemaekers contro i suoi Dzeko, Perisic e Brozovic. Ha ancora il dente avvelenato per quel campionato e certe figuracce non possono che riaccendergli il dolore. Ahia.
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