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Zvonimir Boban, ex calciatore e dirigente del Milan, oggi presidente della Dinamo Zagabria, ha parlato a cuore aperto in un’intervista trasmessa su Dinamo Plus e sul canale YouTube ufficiale del club. Un discorso intenso, fatto di emozione, riflessione e tanta visione strategica per il futuro.
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“Il mio percorso di vita è segnato da questo club e da questi colori. […] Dopo tutti quei viaggi e le mie esperienze nel mondo, alla FIFA, alla UEFA e in un altro club che amo - chiaramente non come la Dinamo - il Milan, ho sentito il desiderio di tornare nel mio club. […] Qualunque cosa accada, sarò con la mia squadra e la mia gente.”
Parole profonde che rivelano l’identità viscerale che Boban sente per la Dinamo, pur riconoscendo l’importanza del Milan nel suo percorso.
“Mi dispiace molto che qualcuno pensi che i giocatori li porti Boban. […] È una visione superficiale. Io sono solo uno che lavora per la Dinamo e la ama. […] A volte sono anche stufo di sentire parlare sempre di ‘Zvone Bobana’, per usare un'espressione popolare. È ora di valutare il lavoro concreto.”
Boban tiene a sottolineare che il club non può essere identificato con una singola persona, nemmeno lui. La Dinamo viene prima di tutto.
“Abbiamo fatto una rivoluzione. Purtroppo era inevitabile. […] Negli ultimi due anni la squadra sembrava stanca, demotivata. Dovevamo voltare pagina. […] La Dinamo ha perso tanti giocatori importanti nella sua storia, eppure è sempre andata avanti.”
19 nuovi giocatori, una rosa rivoluzionata, ma con l’obiettivo di costruire una squadra più aggressiva, giovane e compatta.
“Con Bruno ho avuto un dialogo aperto. Gli ho chiesto di essere un vero capitano. […] Ma alla fine ci siamo detti che era meglio separarsi. È stato un addio doloroso ma sereno.”
“Pjaca è un ragazzo che stimo tantissimo. […] Ma non era più brillante fisicamente, e quella clausola nel contratto (1 minuto = 1 anno) non era accettabile. Abbiamo deciso di comune accordo di separarci.”
Due casi emblematici risolti con maturità e chiarezza. Boban ha fatto valere la linea del club, ma sempre con rispetto per i protagonisti.
“Capellas ha lavorato alla Masia, con Guardiola, con i migliori. Ha portato qui una metodologia di formazione tra le migliori al mondo. […] Ma non vogliamo copiare, vogliamo integrare con l’identità croata, quella della Dinamo.”
Il settore giovanile sarà un pilastro della nuova Dinamo. Obiettivo: una scuola calcio moderna e allineata alla prima squadra, per sviluppare al meglio i talenti locali.
“Ha portato cinque squadre diverse alla promozione. Ha sempre giocato un calcio offensivo, coraggioso. È passato per momenti difficili e li ha superati. È un uomo di calcio vero, un vincente.”
Scelta forte e motivata quella di affidare la guida tecnica a Mario Kovačević, che rappresenta il profilo perfetto per la Dinamo del futuro.
“La Dinamo è una squadra nuova. Ci vorrà tempo. […] Ma tutti sono carichi, motivati, vogliono dimostrare di meritare questa maglia.”
Boban riconosce le difficoltà iniziali, ma crede molto nella determinazione del gruppo.
“Ridurre i contratti già firmati sarebbe un danno commerciale folle. È una bugia vergognosa. Sono stati solo adeguati i nuovi contratti, secondo le regole approvate dal consiglio. Nient’altro.”
Una precisazione netta contro le voci circolate in Croazia. Nessun taglio ai contratti già in essere.
“Con McKenna e Beljo abbiamo sistemato la spina dorsale della squadra. Se troviamo qualcosa di meglio, siamo pronti. Ma la base ora è completa.”
Il mercato non è ancora chiuso, ma le priorità sono state coperte.
Boban conclude con la consueta umiltà:
“Ho lavorato sodo per il club. Ho cercato di fare le cose al meglio. Alla fine, come sempre nel calcio, parleranno i risultati.”
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