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DECISIONE DEFINITIVA

Milan e Como pensavano fosse Australia, invece erano solo trabocchetti…

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Nel comunicato congiunto della Serie A e del governo della Western Australia, un dito puntato contro la Confederazione Asiatica. Nella scelta non ha pesato il malumore dei tifosi.
Redazione Milanistichannel

Milan-Como a Perth definitivamente tramontata, con l’opinione comune che si tratti di un autogol da parte della Lega, soprattutto considerando le dichiarazioni di Simonelli che aveva dato per certa la trasferta australiana: 17 o 24 febbraio a San Siro. Sono queste le due date indicate per lo svolgimento della partita tra la formazione di Massimiliano Allegri e quella di Cesc Fabregas, entrambi favorevoli a rimanere in Italia per evitare viaggi rischiosi per i giocatori. Anche i tifosi hanno accolto positivamente l'annullamento del match in Australia.

Australia, era un no mascherato...

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Che il via libera dell'Asian Football Confederation fosse un no mascherato, lo si sospettava sin dall'inizio: quella di non impiegare arbitri italiani sembrava una provocazione. In tanti, dal Coni alla Figc, passando per l'Aia, erano rimasti perplessi, ma a quella condizione già così improbabile l'Afc ne ha aggiunte altre, confermando l'idea che il vero obiettivo fosse impedire la disputa di una partita a suo modo storica. Digerire la deroga a un arbitro italiano per una partita di Serie A, è stata un’ipotesi che ha spiazzato la Figc oltre a sollevare seri dubbi regolamentari.

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Un verdetto frutto di una lunga battaglia diplomatica, in cui ad avere la peggio sono stati Lega calcio e Milan, oltre al governo dell’Australia occidentale. Una coda giudiziaria è più che probabile. Nei giorni scorsi aveva stupito il fatto che fossero state apparentemente accettati discutibili "paletti", come la scelta dell'arbitro, da individuare tra i direttori di gara della federazione asiatica (una soluzione che aveva spiazzato l'Aia e i "fischietti" di casa nostra).