Christian Abbiati ex portiere rossonero, vincitore del 18º scudetto con Max in panchina, vede un futuro roseo per il Milan di Allegri. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, oggi 6 giugno 2025, Abbiati ricorda proprio quello Scudetto vinto nel maggio del 2011.
Ibra e Max? Nessun rancore
Abbiati su Allegri: “Non è un difensivista. Nessuno è più adatto ad allenare il Milan”


I ricordi dello Scudetto vinto
—Quando è nato lo scudetto del 2010-2011?
"È nato dopo il triplete dell'Inter. La voglia di rivincita per noi e per il popolo rossonero era grande. Tutti gli stimoli sono stati importanti, anche se fondamentale è stato l'arrivo di Ibrahimovic negli ultimi giorni di mercato. Ci ha portato entusiasmo in tutto l'ambiente".
La partita che ricordi con più affetto quell'anno?
"Sicuramente il derby di ritorno, quello che vincemmo per 3-0, interrompendo così la rimonta in classifica dell'Inter, ma a livello personale sono affezionato anche a un Brescia Milan, dove vincemmo per 1-0 grazie al gol di Robinho."

Abbiati: da Allegri a Landucci, passando per il rapporto tra Max e Ibra
—E su Allegri
"Era meno vincente rispetto a ora è vero, ma era bravo anche all'epoca. Non te le mandava a dire. Come tecnico è molto diretto e si è dimostrato straordinario nel guidare il gruppo."
Quali sono stati i suoi meriti?
"È una persona simpatica, che sta allo scherzo e quando non si lavoro ride. Entrare in uno spogliatoio con campioni che avevano vinto tantissimo non era semplice. Da una parte è stato aiutato dai leader, dall'altra però è stato intelligente anche lui a porsi nel modo giusto. Quando l'Inter ha cercato di rimontare, Max non ha mai perso la calma e noi abbiamo trovato la forza per restare davanti fino alla fine."
Se approvo un suo ritorno?
"Certo. Sono un suo sostenitore. È un grande tecnico e un grande gestore. Conosce l'ambiente, la storia del Milan, i suoi tifosi. È uno degli allenatori italiani che ha conquistato più scudetti. Ha esperienza da vendere e non mi viene in mente nessuno più adatto a lui per ricostruire."
Sul suo corto muso...
"Quando hai grandi campioni e non subisci gol alla fine segni. Questo non vuol dire che è un difensivista. I campionati in Italia, però, li vincono le squadre che hanno subito meno gol."
Sul lavoro da fare...
"Ne avrà tanto. Dovrà tirarsi su le maniche. La base c'è, ma il lavoro è molto dopo una stagione in cui il Milan è finito fuori dalle coppe e i tifosi non sono contenti. Il Milan deve sempre finire nelle prime quattro posizioni."
Come ricostruire un Milan vincente?
"Bisognerà rimotivare lo zoccolo duro. L'Inter e il Napoli ce l'hanno e anche il Milan deve ritrovarlo. I calciatori che inizieranno la stagione dovranno capire subito la mentalità di Allegri. Se lo seguiranno e la società si muoverà a rinforzare la rosa, non ho dubbi che le cose andranno diversamente rispetto agli ultimi mesi. Tare può essere un innesto molto importante perché è un uomo di calcio e conosce bene sia il mercato, sia lo spogliatoio."
Il rapporto Ibra - Allegri
"È normale che ci siano confronti tra i giocatori e gli allenatori. Succede quando si ha lo stesso obiettivo di vincere. Se in passato si sono scontrati un motivo c'era, ma l'importante è non portare rancore. Non penso che ci siano problemi per la loro coesistenza al Milan."
Tornare a Milanello?
"La prima cosa che mi ha detto Marco Landucci è 'Ti aspetto a Milanello'. Ci andrò volentieri perché stimo molto lo staff di Allegri. È composto da professionisti e uomini eccezionali. In particolare Landucci... Pensate che quando giocavo avevo i suoi guanti".
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