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di Franco Ordine -
C’era bisogno di un arguto Beppe Marotta, navigatore collaudato del mare magnum del calcio italiano, per dare all’intemerata di Antonio Conte di domenica notte la giusta chiave di lettura dando vita a un duello che si replicherà alla prima occasione utile.
Prima di ricevere il premio intitolato a Nils Liedholm...
Il presidente dell’Inter ha spiegato ai cronisti che Conte “parla così perché ha un obiettivo” e poi ha aggiunto che “il rigore di Inter-Napoli era ineccepibile”. Tradotto per chi sa leggere il marottese: Conte ce l’ha con l’Inter e in particolare con Beppe Marotta. Spiegazione elementare: non solo perché Napoli e Inter lottano per lo scudetto ma perché in passato, nella Torino juventina, hanno lavorato uno al fianco dell’altro con grande successo. Uno conosce le abilità dell’altro!
Poi Marotta ha replicato, in modo garbato, anche a Scaroni che aveva definito il Milan “la vera squadra di Milano”. La replica del dirigente nerazzurro che ha appena conquistato la seconda stella era scontata. Magari, se Scaroni avesse fatto riferimento alle 7 Champions, forse la battuta sarebbe rimasta senza risposta.
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