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La vittoria di Madrid non è stata soltanto una gioia incredibile. La partita di martedì scorso infatti ha aperto uno squarcio fra il sentire comune dei tifosi del Milan. Non è che, magari, c’è stata, globalmente, una sottovalutazione generale della rosa a disposizione di Paulo Fonseca? Perché per vincere a Madrid servono certamente le giocate di Pulisic e Rejinders, le parate di Maignan, i gol di Morata e le accelerazioni fulminanti di Leao e Theo Hernandez. Tuttavia, tutti questi importantissimi ingredienti, da soli non sarebbero stati sufficienti per preparare una bellissima torta.
I singoli da soli non vincono mai
Possono soltanto essere esaltati o messi nella condizione di rendere al meglio, dal contesto in cui giocano. A tal proposito bisogna sottolineare le prestazioni di due giocatori che, in questi ultimi mesi, hanno subito una quantità di critiche immeritate e pregiudizievoli ma che, nella vittoria di Madrid, hanno messo il loro timbro. Si tratta di Emerson Royal e di Malick Thiaw. Il terzino brasiliano è l’esempio più emblematico di quanto il pregiudizio peloso possa condizionare le valutazioni reali. Emerson non è un giocatore che ruba l’occhio, in quanto non eccelle in maniera particolare in qualcosa. Ha, tuttavia, una qualità preziosa: è un giocatore solido, strutturato.
L’ex terzino di Barcellona e Tottenham infatti, sa interpretare il ruolo di esterno destro della difesa con la giusta dose di attenzione; ha una buona corsa sia con la palla, sia senza la palla ed è molto forte di testa, particolare da non sottovalutare. Non è facile da superare nell’uomo contro uomo perché ha buona resistenza sui primi metri quando viene puntato. La sua prestazione in coppia con Musah al Santiago Bernabeu, deve essere, a tal proposito, sottolineata e valorizzata. Vinicius Junior gli è andato via solo in un’occasione (quando si è procurato il rigore), ma in quella circostanza Emerson è stato sfavorito da una giocata concettualmente erronea di Theo Hernandez (il francese doveva spazzare la palla e non giocarla, di destro, con la linea difensiva che stava salendo). Con Emerson Royal il Milan non ha acquistato un giocatore epocale, bensì un elemento strategico, utile a bilanciare un terzino sinistro particolarmente offensivo come Theo, prezioso sulle palle inattive perché buon marcatore ed ottimo saltatore.
Altra sottolineatura, assolutamente doverosa, deve essere fatta per Malick Thiaw. Nella narrazione sapientemente orientata sul Milan, si continua a rimarcare in negativo la decisione del club rossonero di privarsi di Pierre Kalulu nella sessione estiva di mercato. In tale contesto non si tiene minimamente conto del fatto che la società rossonera ha fatto una scelta tecnica molto precisa, non potendo avere cinque centrali importanti in organico. Thiaw non ha la velocità di Kalulu, ma è più completo rispetto al francese nell’interpretazione del ruolo di difensore centrale. Il ragazzo ha un senso della posizione invidiabile per un difensore di 23 anni. Sa giocare sia in una linea difensiva che difende bassa, sia in una linea difensiva che difende alta, aspetto che lo rende preferibile rispetto a Kalulu che, invece, nella difesa posizionale tradisce spesso errori di posizionamento.
Thiaw inoltre è molto forte di testa e sa temporeggiare, orientando la giocata dell’avversario in situazioni tecniche in cui un intervento sarebbe troppo rischioso. Al Bernabeu, due volte ha dovuto fronteggiare Mbappe in situazioni di palla scoperta ed a campo aperto. Non lo ha mai affrontato con un tackle, ma ha scelto di far decentrare il centravanti francese per togliere angolazione al suo tiro. In entrambi i casi Maignan ha potuto assorbire il tiro. Avere un centrale che sa ragionare anche in situazioni di campo aperto e che non mette l’istinto prima del pensiero, è un vantaggio non da poco. Thiaw ha queste qualità e la sua prospettiva nel lungo periodo potrà solo crescere esponenzialmente.
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