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analisi di Luca Serafini per www.filippogalli.com -
L’ultimo in ordine di tempo è stato Antonio Conte è salito anche lui sul treno delle litanie: regolamento poco chiaro, troppa discrezionalità degli arbitri, soprattutto poca affidabilità e comprensibilità del VAR e dell’uso che se ne fa.
Il piagnisteo è tipico degli allenatori italiani
Niente di personale con Conte, tutt’altro, anche se dopo il rigore che decise a suo favore la partita di Empoli non fu così caustico. Vale lo stesso per Simone Inzaghi, Gasperini, Fonseca e tutti gli altri: regolamento, arbitri e VAR in discesa solo quando le cose non girano nel tuo verso. Al momento manca all’appello Motta, che però al Bologna non si sottrasse ai lamenti.
Esiste da decenni a prescindere dal VAR: l’errore arbitrale è sempre un buon alibi quando ti danneggia, ben venga se ti favorisce. La questione è assai poco sportiva, ma molto, molto nostrana e ne siamo affezionati tutti, perché a turno ci fa comodo imprecare o rinfacciare.
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