Siate critici cari milanisti, perché è nella critica che si cresce. Siate curiosi di capire quello che non va e non abbiate mai paura di affrontare un tema. Qualunque esso sia.
SENZA SCONTI MA...
Criticare certo, ma sempre con amore
Si matura nel confronto fra le idee, nella riflessione ponderata su ciò che gli altri osservano. I punti di vista sono sempre molteplici. Lo sono nella vita, figuriamoci nel calcio.
Criticate, ma fatelo con amore, senza violenza verbale, senza fare classifiche di tifo. Siate sempre innamorati di questa squadra. Sento troppe cattiverie sul Milan da parte dei milanisti e questo non va bene.
Il Milan non è soltanto una squadra; è un valore supremo, è il primo bacio da adolescenti, è una catena di ricordi che partono nella testa ogni volta che, fra milanisti, si parla del nostro Milan.
Non c’è pensiero critico che tenga davanti al Milan perché il Milan sarà sempre più importante, almeno un milione di volte, di quello che possiamo pensare su società, tecnico e giocatori.
Sfogatevi, non tenetevi niente dentro. Criticate, ma fatelo nell’amore. Perché di disfattismo lentamente si muore. Il tanto peggio tanto meglio uccide l’anima e questo il Milan non lo merita. La passione per il Milan è un privilegio che dobbiamo meritarci ogni giorno. Un orgoglio di cui andare fieri, un motivo di vanto, ma mai di superbia. La nostra storia non è perfetta, ma è troppo bella nella sua imperfezione, nelle rovinose cadute e nelle mirabili risalite, nella polvere e nell’altare.
Qualche anno fa, un grandissimo Federico Buffa nel narrare le gesta della nazionale della Jugoslavia, citava l’espressione “umirati u lepoti”. Letteralmente “morire nella bellezza”. Ecco, mutatis mutandis, criticatelo nell’amore il nostro Milan, senza mai perdere di vista il bene supremo, ossia sostenerlo con tutte le energie e senza fare cenni a insensati cali della passione.
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