Le ultime indiscrezioni dicono che il Milan avrebbe scelto di puntare su Igli Tare come direttore sportivo nella prossima stagione (oltreché negli anni successivi). Tale circostanza merita indubbiamente una serie di riflessioni accuratamente ponderate, accompagnate da qualche utile precisazione.
Il possibile arrivo del dirigente albanese
Utili riflessioni sul possibile arrivo al Milan di Igli Tare

La capacità di gestire la pressione di Tare: fondamentale nel Milan di oggi
—In primis, Tare è un professionista che ha operato per circa 15 anni in un contesto complesso come quello laziale. Roma non è una città semplice per lavorare. Claudio Lotito è un presidente ingombrante, con tante spigolature. Tare è riuscito a lavorare bene in un ambiente del genere, con le tensioni inevitabili di una piazza come quella romana. Ciò significa che il dirigente albanese è un professionista di valore, abile a gestire la pressione.

Il tema dell'autonomia decisionale
—In secondo luogo, si è letto da più parti che Tare, per fare bene, deve poter avere mano libera in tutte le scelte che proporrà o che vorrà fare. Tale tesi, legittima e rispettabile, non è tuttavia in linea con un’ottica meramente aziendale, sia nei grandi club europei, sia nei club italiani. L’autonomia decisionale e gestionale è importante, ma deve essere sempre declinata all’interno di una dialettica continua e costruttiva con il CEO del club.

Il primo passo per la ristrutturazione della parte sportiva del Milan
—La scelta di Tare fa seguito alle dichiarazioni dell’A.D. del Milan Giorgio Furlani, rilasciate nelle ore successive alla finale di Coppa Italia del 14 maggio scorso. In quell’occasione il CEO del Milan aveva definito la stagione fallimentare ed aveva spiegato che erano stati commessi molti errori. Da più parti si è, giustamente, sottolineato come il riconoscimento degli errori fosse importante. Necessitava però di uno step successivo, ovverosia la comprensione degli errori ed il rimedio agli stessi.
Con l’arrivo di un professionista con molti anni di esperienza, abile sia nella parte negoziale (mercato), sia nella parte gestionale (rapporti squadra – società), il Milan dimostra di aver capito uno dei problemi. La strutturazione della parte sportiva nell’ultimo anno non era adeguata né consona alle esigenze del club. Naturale pertanto procedere ad una ristrutturazione, scegliendo come perno un dirigente esperto e navigato.
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