No, non si parla esclusivamente della Champions League, sia chiaro a tutti i lettori, non siamo impazziti. Si parla di Europa in generale, che include la Champions League, l’Europa League e la Conference League. In molti storcerebbero il naso all’idea di vedere il Milan in Europa League o addirittura in Conference League, ma un Milan sette volte Campione d’Europa non può permettersi un anno senza competizioni continentali, indipendentemente dal prestigio di queste.
Partita da dentro o fuori
L’ultimo treno per l’Europa parte da Udine: Milan, ora o mai più
Ora è chiaro, dopo molti passi falsi: il margine di errore è finito. Dopo settimane di rincorse fallite e occasioni sprecate, il Milan si trova di fronte all’ennesimo bivio della stagione. La sfida contro l’Udinese rappresenta molto più di tre semplici punti: è l’ultima chiamata per restare aggrappati a un obiettivo europeo che ogni giorno diventa più lontano.
Le energie sono poche, le certezze ancora meno, ma in questo momento non c’è spazio per alibi. Serve una scossa, serve orgoglio, serve quella fame che troppe volte è mancata in questa stagione balorda. Il Milan non ha altra scelta che vincere. Non importa come, l'importante è vincere.
—Ora è il momento che i leader facciano la differenza. A Rafael Leão si chiede di essere quel giocatore devastante capace di spaccare le partite, non a intermittenza, ma con costanza. A Theo Hernández, di spingere come sa, ma con maggiore concretezza e con una concentrazione difensiva più alta, il vero tallone d’Achille del francese in questa stagione. I veri campioni si vedono quando il peso della situazione si fa più grande. E oggi, il Milan ha bisogno dei suoi uomini migliori per non deragliare definitivamente.

Il treno sta per partire. E se il Milan non sale a Udine, rischia di rimanere a terra fino alla fine. D'altronde, se il treno dovesse partire anche da Udine senza i rossoneri a bordo, il capolinea potrebbe essere davvero amaro.
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