
La notizia è sempre meno smentita e sempre più concreta: Theo Hernandez è pronto a dire addio al Milan per volare all’Al Hilal, dove ritroverà l'ex rivale Simone Inzaghi.
Un addio che lascia il segno
La notizia è sempre meno smentita e sempre più concreta: Theo Hernandez è pronto a dire addio al Milan per volare all’Al Hilal, dove ritroverà l'ex rivale Simone Inzaghi.
Dopo sei stagioni in rossonero e due titoli, il francese lascerà un’eredità pesante. Perché Theo, più che un giocatore, è stato un simbolo.
Dal suo arrivo, ha incarnato l’idea di un Milan moderno, verticale, aggressivo. Ha dato anima e corpo - e che corpo - alla causa rossonera. Quando è stato in forma sembrava che avesse montata sotto la maglia rossonera la Power Unit di una macchina di Formula Uno. Accelerazioni furiose, galoppate che piegavano le partite.
Theo è stato tutto meno che banale. Le sue corse sulla sinistra erano diventate un marchio di fabbrica. La sua era una gamba graffiante, un artiglio che solcava la fascia come una lama affilata, pronta a colpire.
Saliva in campo aperto alzando le zolle come i cavalli in corsa, impossibile da contenere quando trovava il ritmo giusto. E se c’era da fare paura, Theo non si tirava mai indietro: faceva fumo dalle narici come i draghi nelle favole, accendendo San Siro e non solo con fiammate improvvise, colpi da campione.
Sotto l’aspetto tecnico, il Milan perde un terzino di spinta che ha cambiato il modo di interpretare il ruolo in Serie A. Ma sarebbe riduttivo fermarsi qui. Con lui se ne va una porzione d’identità, una presenza scenica che galvanizzava compagni e pubblico.
Theo ha avuto momenti di discontinuità, certo. Ma anche nel suo rendimento altalenante ha mantenuto un'aura da leader silenzioso, da guerriero moderno. Un giocatore che spesso ha trascinato più col fisico che con le parole. Per il Diavolo ha fatto anche il centrale di difesa...
Ora tocca alla società costruire il futuro. Il sostituto dovrà avere gambe, visione e soprattutto personalità. Perché riempire le scarpe - e lo spazio - lasciato da Theo non sarà semplice. Servirà un’operazione intelligente, più di mercato che di copertina.
I nomi si faranno, e magari anche i sogni. Ma nel frattempo, il Milan dovrà fare i conti con l’assenza di un motore. Uno che, quando partiva, lasciava il segno. E non solo sull’erba.
Il calcio cambia, si evolve, si globalizza. Le offerte saudite sono la nuova normalità, e anche club storici devono adattarsi. Ma il tifoso rossonero faticherà a dimenticare Theo.
La gamba graffiante di Theo mancherà. Eccome se mancherà. Perché alcuni addii fanno più rumore di altri. Questo è uno di quelli.
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