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Il mercato estivo 2025 del Milan è da primato ed entrerà negli annali. Ancora prima di Ferragosto, la società rossonera ha già messo in cassa 149,8 milioni di euro dalle sole cessioni, stabilendo un nuovo primato assoluto nella propria storia recente. Un risultato frutto di un lavoro meticoloso, in cui ogni trattativa è stata condotta con attenzione e in un quadro strategico chiaro, quello di valorizzare al massimo gli asset tecnici, garantendo risorse fresche per alimentare nuove ambizioni sportive.
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Per comprendere la portata del traguardo basta guardare indietro. Il precedente record risaliva alla stagione 2018/19, con 88,1 milioni di incassi. Fu un’estate intensa, segnata da diverse uscite di rilievo ma comunque lontana dai livelli attuali. L’anno successivo, nel 2019/20, si arrivò a 59,23 milioni: un mercato in cui, parallelamente, il Milan investì 72,3 milioni per acquistare due futuri leader come Rafael Leão e Theo Hernandez, operazioni che avrebbero cambiato il volto della squadra negli anni successivi.
Nel 2020/21 gli incassi furono di 51,65 milioni, in un contesto più prudente, senza cessioni clamorose. Ben più difficili i due esercizi seguenti però. Nel 2021/22 appena 5,12 milioni e nel 2022/23 soltanto 11,11 milioni. Proprio nel 2021 si consumò il caso Donnarumma, partito verso Parigi a parametro zero: un addio che tolse al club un incasso potenzialmente enorme e lasciò un vuoto tecnico importante nella rosa di allora.
La ripresa del Milan arrivò nel 2023/24 con 71,42 milioni (precedente primato), segno che la dirigenza aveva ritrovato la bussola sul mercato. Anche il 2024/25 iniziò bene con 51,3 milioni, ma nessuno poteva immaginare che la sessione successiva avrebbe polverizzato ogni primato raggiunto in quella sessione estiva.
I protagonisti di questa estate portano nomi ben noti. Tijjani Reijnders, Malick Thiaw e Theo Hernandez, insieme a una serie di riscatti e operazioni "secondarie" sommate, hanno creato un tesoro senza precedenti nella storia recente rossonera. Dietro a queste cifre c’è un approccio più moderno, in cui la gestione sportiva e quella economica procedono di pari passo, evitando spese impulsive e massimizzando le plusvalenze in rosa.
A livello nazionale, la cifra incassata dal Milan supera nettamente quella di qualsiasi altra squadra italiana in questa finestra di mercato. Negli ultimi anni, club come l’Inter hanno puntato molto sul fatturato complessivo, arrivando a superare il Milan in ricavi da attività commerciale e competizioni, ma senza eguagliarne l’equilibrio finanziario. La Juventus stessa, pur mantenendo una forte base di tifosi e sponsor, ha vissuto stagioni altalenanti tra bilanci e riduzione della competitività in Europa.
Il Milan, invece, è riuscito a combinare due elementi che raramente si vedono insieme: crescita di fatturato e capacità di generare plusvalenze importanti sul mercato. Nell’ultimo biennio, i ricavi totali hanno raggiunto livelli importanti, trainati in primis dalle cessioni a cifre importanti, dalla crescita degli introiti commerciali e dalla valorizzazione del marchio a livello globale.
Con 149,8 milioni già in cassa a metà agosto, il Milan non solo stabilisce un primato personale, ma manda anche un segnale chiaro al resto del calcio italiano ed europeo. Il club è tornato ad avere il controllo del proprio destino, a dettare il passo sul mercato e a costruire basi solide per una nuova fase di successi. Un record che non è fine a sé stesso, ma il frutto di una filosofia gestionale che unisce competenza, pazienza e visione di lungo periodo.
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