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Dopo un ciclo positivo di partite, condito da 5 vittorie ed un pareggio in casa della Juventus, ecco il passo falso che non ti aspetti. A San Siro, dopo essere passato in vantaggio dopo 7 minuti, il Milan si fa incartare dal Pisa di Albero Gilardino. Il 2-2 finale alimenta rimpianti e, nel contempo, sottolinea il valore temperamentale della squadra rossonera. Drammatizzare non ha alcun senso; porre alcune riflessioni invece appare opportuno.
Quando l'arancia meccanica degli infortuni a catena si abbatte su una squadra, quasi sempre il problema diventa evidente dalla seconda partita in avanti. All'inizio ci si compatta, si trovano energie nuove, ma poi emerge il vero danno che i tanti infortuni portano ad una squadra: la mancanza di ricambi, soprattutto a gara in corso, quando è necessario dare una sterzata fisica all'inerzia della partita.
Il Milan dal post sosta ha appena due cambi a disposizione e questo, inevitabilmente, è un limite che incide. Il conto, prima o poi, si paga. Lo si paga in termini di lucidità, di brillantezza, di attenzione, di ferocia. Recuperare giocatori è fondamentale nelle prossime partite, tanto quanto porre il tema di una rosa che, a gennaio, andrebbe allungata almeno di due effettivi. Un difensore e, magari, un esterno che possa giocare da quinto, bravo nell'uno contro uno.
Nel calcio moderno i 5 cambi sono diventati un fattore. Hanno cambiato gli equilibri del calcio perché consentono agli allenatori di cambiare metà dei giocatori di movimento, in tal modo incidendo tantissimo sulle energie e sulla vigoria atletica delle squadre.
Non avere 5 cambi effettivi a gara in corso ,alla lunga può creare un inevitabile gap atletico, anche contro avversari non particolarmente dotati sul piano tecnico. Al Milan, contro il Pisa, sono mancate lucidità ed attenzione anche per queste ragioni.
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