Arrigo Sacchi tornò al Milan cinque anni dopo l'addio, non aveva più allenato in un altro Club ma solo in Nazionale prima del ritorno in rossonero. E il suo era il ritorno del condottiero di fine anni Ottanta, un richiamo degli affetti e alla tradizione, un affidarsi a stagione in corso al comandante dei primi passi. Fabio Capello tornò a Milanello dopo un solo anno di lontananza: stagione 1996/97 al Real Madrid e poi subito di nuovo Milan. Anche in questo caso, Don Fabio a scatola chiusa, scelta dritta su di lui per il suo know-how, per i suoi precedenti trionfali e super affidabili.
PERCORSI LONTANI
Il primo Allegri nel 2010: 15 anni dopo non si può parlare di ritorno…

Nel caso di Massimiliano Allegri, c'è qualcosa di diverso
—Di sostanzialmente diverso. Il Milan nel 2010 aveva preso il giovane allenatore emergente che aveva fatto un anno e mezzo bene al Cagliari, il tecnico dello physique du rôle, il volto nuovo.
Undici anni e mezzo dopo, il calcio in generale e il Milan in particolare sono un altro pianeta. Allegri non è più il nuovo che avanza con cui rimpiazzare Leonardo in uscita. Il Max di oggi è un allenatore consacrato, dagli Scudetti, dalle coppe, dalle Finali di Champions vissute con la Juventus, dai contatti che hanno avuto in questi anni i più grandi Club europei con lui per cercare di portarlo sulla propria panchina. Certo, fisicamente Allegri è già stato qui e burocraticamente si può parlare di ritorno, ma concettualmente è un altro allenatore rispetto a quello arrivato nel 2010 e partito nel 2014. È un'altra scelta, di tutt'altra fase storica, di tutt'altra necessità rispetto a quella dell'epoca. In ogni caso e comunque sia, un grandissimo incoraggiamento e un fortissimo in bocca al lupo, a Max e a tutti i milanisti.
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