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Stefano Pioli e il clamoroso caso del dottor Jekyll e Mister Hyde

mbambara
mbambara Vice direttore 
L'esonero di Stefano Pioli a Firenze ripropone il tema: dal post scudetto si è visto un altro Pioli, totalmente opposto alla prima versione
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Nessuno poteva prevedere che l’avventura professionale a Firenze di Stefano Pioli sarebbe stata così catastrofica. Oggettivamente immaginare la Fiorentina ultima in classifica dopo 10 giornate di campionato, non era pronosticabile. Nemmeno il peggiore dei pessimisti avrebbe osato prefigurare uno scenario così fosco.

Il ventesimo posto della graduatoria della Serie A, per una squadra partita con importanti velleità europee, reduce da due finali ed una semifinale di Conference League negli ultimi tre anni, è un disastro sportivo senza precedenti. L’esonero dell’ex allenatore del Milan – arrivato ieri con un comunicato della società viola –  è stata una conseguenza inevitabile.

E subito, sui social, si sono scatenati tanti tifosi di varie squadre con una serie di meme e di prese in giro dirette all’allenatore della Fiorentina. Stefano Pioli è andato via dal Milan soltanto un anno e mezzo fa ma sembra già trascorso un secolo.

Cos’è successo a Firenze?

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Quando in estate la Fiorentina ha annunciato il ritorno di Pioli sulla panchina gigliata in molti fra i commentatori sportivi più in vista hanno commentato la notizia positivamente. Anche fra gli appassionati di calcio c’era la convinzione che Pioli fosse l’uomo giusto al posto giusto; un tecnico esperto, con uno scudetto nel curriculum, che già conosceva bene la piazza.

A Firenze però si sono subito accorti che il Pioli buon padre di famiglia che aveva conquistato tutti per la bonomia e per la capacità di creare empatia col gruppo era ormai un lontano ricordo. Il nuovo Pioli, si è invece presentato come un guru che gioca a scimmiottare Josè Mourinho nelle dichiarazioni e nelle punzecchiature.

Dal fanatismo ideologico sulla palla calciata in fallo laterale dal PSG nella finale di Champions (“l’ho inventata io dieci anni fa”) si è arrivati alle frasi provocatorie ed un filo tendenziose verso Allegri(“non ci ha messo fra le candidate alla Champions, l’ho scritto subito sulla lavagna ai giocatori”). Per il resto, poca sostanza, tanta presunzione e l’incapacità di capire che l’ultimo posto della Fiorentina avrebbe richiesto un atto – le dimissioni – decisamente doveroso e dovuto.

Mutatis mutandis…

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La Fiorentina di Stefano Pioli è un prolungamento dell’ultimo Milan di Stefano Pioli. Nelle ultime 16 partite di Serie A il tecnico emiliano ha vinto solo una partita. Numeri emblematici che testimoniano la crisi di un’idea di gioco che non regge più la prova del campo e che espone, troppo spesso, a figuracce epocali.

Al Milan, il tema dei derby è nato con Pioli ed è morto con Pioli. Perché il Milan tanti derby li ha persi male per il talebanismo del suo allenatore che pretendeva di giocare con la difesa alta. E poco importa che ci fosse Kjaer all’ultimo anno di contratto e con un’autonomia fisica ridotta. Di quel talebanismo, Pioli è rimasto vittima.

Stefano Pioli e il clamoroso caso del dottor Jekyll e mister Hyde

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Viene naturale, finanche automatico, rievocare come metafora il celebre romanzo di Louis Stevenson. E così, si può dire che i tifosi rossoneri hanno visto lo Stefano Pioli dottor Jekyll sino al maggio 2022 -  buon padre di famiglia, allenatore con grande buonsenso, ottimo collante per il gruppo – per poi dover fare conoscenza con lo Stefano Pioli Mister Hyde da giugno 2022 in poi.

Dal post scudetto in sostanza, c’è stato un altro Pioli, meno improntato alla bonomia e ad una gestione pratica della squadra, totalmente concentrato sulle sue idee calcistiche, legittime ma discutibili e su un’aura da santone che, decisamente, non gli dona.

Spiace sia finita così. Il Milan di Stefano Pioli versione 2020-2022 è stata una delle squadre più belle dell’ultimo ventennio. Quello scudetto è un suo merito assoluto. Il post scudetto, tuttavia, resta una macchia pesante, indelebile che il Pioli Mister Hyde fa ancora fatica a comprendere.

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