QUANTO DIBATTITO STERILE FATTO DI OPINIONI URLATE

Sempre e solo Milan: anche sul ds, critiche rumorose e contenuti zero

Davide Capano
Davide Capano Redattore 
Ogni altro club impiega settimane, a volte mesi, per definire ruoli chiave. Ma se lo fa il Milan, allora è crisi, confusione, mancanza di visione.
00:24 min

È bastato che il Milan si prendesse del tempo per scegliere il nuovo direttore sportivo, ed ecco che il circo delle critiche si è rimesso in moto. “Non c’è chiarezza”, “regna il caos”, “la società è assente”. Ma davvero? O forse siamo solo di fronte all’ennesima dimostrazione che il Diavolo è l’unica squadra in Italia a cui non è concesso nemmeno un attimo di riflessione?

Il Milan ormai lo si critica per abitudine

—  

Ogni altro club impiega settimane, a volte mesi, per definire ruoli chiave. Ma se lo fa il Milan, allora è crisi, confusione, mancanza di visione. La verità, invece, è un’altra: chi critica oggi lo fa per abitudine, non per analisi. Perché dietro al silenzio, c’è una società che valuta, riflette e vuole fare la scelta giusta. Non quella più veloce.

Negli ultimi anni, il Milan ha dimostrato una cosa: sa rimettersi in carreggiata quando si dà tempo al progetto. Eppure, ogni giorno esce una lista di nomi, molti messi lì solo per fare rumore. Se la società non commenta? Silenzio assordante. Se smentisce? Comunica troppo. Se prende tempo? Non ha le idee chiare. Insomma, ogni mossa è sbagliata a prescindere.

Il risultato è un dibattito sterile, fatto di opinioni urlate e poco altro. Tutti parlano di ciò che non succede, pochi si chiedono cosa serva davvero.

[an error occurred while processing this directive]

Intano certi osservatori si infastidiscono

—  

Il Milan ha una dirigenza che - con tutti i suoi limiti - lavora per trovare un direttore sportivo che si inserisca in un modello nuovo: non più l’uomo solo al comando, ma un sistema integrato tra proprietà, area tecnica e scouting centralizzato. Serve un coordinatore, non un accentratore. Ed è forse questo che infastidisce certi osservatori: il Milan non segue più le vecchie logiche italiane, ed è perciò incomprensibile a chi legge il presente con categorie del passato.

La vera domanda è: stiamo aspettando il direttore sportivo giusto, o solo quello che piaccia ai critici di professione?

Il Milan ha sbagliato in passato, e sbaglierà ancora. Ma oggi il problema non è una società che pensa. Il problema sono quelli che, pur di attaccare, non pensano affatto.